Il settimanale serbo "NIN" ha pubblicato un lungo articolo dal titolo "Il 'fallimento' del piano Frowick" (la versione italiana è disponibile su Notizie Est), nel quale si afferma che "l'insuccesso della missione Frowick e del suo piano di pace è sotto tutti gli aspetti una storia tipica della diplomazia americana" e inoltre, "la missione di Frowick, anche se si svolgeva sotto la copertura formale dell'OSCE, è stata nella sostanza un 'diplomatic effort' americano di basso profilo". Secondo NIN uno dei maggiori errori commessi da Frowick e dal suo aiutante David Foley, nella gestione dei dialoghi, è stato l'essersi legati troppo con il presidente macedone Trajkovski, "ignorando completamente il fatto che il potere reale nel governo e nella VMRO è in sostanza nelle mani di Georgievski". Ad ogni modo, prosegue il settimanale belgradese, "la parte più importante e più utile della missione è stata quella dello 'holbrooking'", ed in ciò si trova il maggior successo della tentativo diplomatico. Infatti "mantenendo un basso profilo, sono riusciti in un certo periodo di tempo a creare un flusso di informazioni tra l'UCK, i leader politici albanesi e il governo macedone".
Tuttavia la missione è fallita. Sorretti da un'eccessiva fiducia nell'aver trovato una soluzione alla crisi in atto nel paese, Frowick e Foley sono usciti allo scoperto e hanno reso pubblico il loro piano durante una conferenza stampa. "Nel farlo - precisa NIN - non hanno spiegato a fondo l'elemento dell'integrazione dell'UCK nella società, e sui media è risultato che i terroristi in qualche modo avrebbero formato un partito". I media li hanno bombardati con le richieste di chiarimento, ma la mancanza di personale, nella gestione delle informazioni, ha inficiato la possibilità di ulteriori spiegazioni. Cosicché dopo la conferenza stampa sono rimasti isolati e, con l'uscita dall'ambito del basso profilo, non sono stati sostenuti sul piano diplomatico.
L'eccessivo investimento sul presidente Trajkovski, affinché mantenesse il comando delle forze armate, e l'aver reso noto il piano anzitempo, sono stati errori fatali. La situazione in breve tempo è precipitata. "Il portavoce del governo macedone ha dichiarato che non è assolutamente chiaro chi rappresentasse il signor Frowick, visto che non era né sotto il mantello della missione ufficiale dell'OSCE, né aveva un mandato degli USA o dell'ONU. Il giorno successivo, il nuovo ministro macedone degli esteri, Ilinka Mitreva, dichiarava che la Macedonia non avrebbe dato il proprio assenso a un ampliamento della missione OSCE". Da qui la confusione generale: nessuno era disposto ad ammettere cosa fosse accaduto, chi rappresentava Frowick e che cosa stesse attuando con gli esponenti locali. Alla fine il governo macedone ha "gentilmente pregato" Robert Frowick di abbandonare il paese.
Tuttavia, se ormai ci si è dimenticati della missione, il piano di Frowick è rimasto e - conclude NIN - "visto da un punto formale, l'insuccesso di Frowick è un insuccesso dell'OSCE, mentre il fatto che il suo piano continui a essere in vita è un successo della diplomazia USA".

16/06/2001 -  Anonymous User

Il settimanale serbo "NIN" ha pubblicato un lungo articolo dal titolo "Il 'fallimento' del piano Frowick" (la versione italiana è disponibile su Notizie Est), nel quale si afferma che "l'insuccesso della missione Frowick e del suo piano di pace è sotto tutti gli aspetti una storia tipica della diplomazia americana" e inoltre, "la missione di Frowick, anche se si svolgeva sotto la copertura formale dell'OSCE, è stata nella sostanza un 'diplomatic effort' americano di basso profilo". Secondo NIN uno dei maggiori errori commessi da Frowick e dal suo aiutante David Foley, nella gestione dei dialoghi, è stato l'essersi legati troppo con il presidente macedone Trajkovski, "ignorando completamente il fatto che il potere reale nel governo e nella VMRO è in sostanza nelle mani di Georgievski". Ad ogni modo, prosegue il settimanale belgradese, "la parte più importante e più utile della missione è stata quella dello 'holbrooking'", ed in ciò si trova il maggior successo della tentativo diplomatico. Infatti "mantenendo un basso profilo, sono riusciti in un certo periodo di tempo a creare un flusso di informazioni tra l'UCK, i leader politici albanesi e il governo macedone".
Tuttavia la missione è fallita. Sorretti da un'eccessiva fiducia nell'aver trovato una soluzione alla crisi in atto nel paese, Frowick e Foley sono usciti allo scoperto e hanno reso pubblico il loro piano durante una conferenza stampa. "Nel farlo - precisa NIN - non hanno spiegato a fondo l'elemento dell'integrazione dell'UCK nella società, e sui media è risultato che i terroristi in qualche modo avrebbero formato un partito". I media li hanno bombardati con le richieste di chiarimento, ma la mancanza di personale, nella gestione delle informazioni, ha inficiato la possibilità di ulteriori spiegazioni. Cosicché dopo la conferenza stampa sono rimasti isolati e, con l'uscita dall'ambito del basso profilo, non sono stati sostenuti sul piano diplomatico.
L'eccessivo investimento sul presidente Trajkovski, affinché mantenesse il comando delle forze armate, e l'aver reso noto il piano anzitempo, sono stati errori fatali. La situazione in breve tempo è precipitata. "Il portavoce del governo macedone ha dichiarato che non è assolutamente chiaro chi rappresentasse il signor Frowick, visto che non era né sotto il mantello della missione ufficiale dell'OSCE, né aveva un mandato degli USA o dell'ONU. Il giorno successivo, il nuovo ministro macedone degli esteri, Ilinka Mitreva, dichiarava che la Macedonia non avrebbe dato il proprio assenso a un ampliamento della missione OSCE". Da qui la confusione generale: nessuno era disposto ad ammettere cosa fosse accaduto, chi rappresentava Frowick e che cosa stesse attuando con gli esponenti locali. Alla fine il governo macedone ha "gentilmente pregato" Robert Frowick di abbandonare il paese.
Tuttavia, se ormai ci si è dimenticati della missione, il piano di Frowick è rimasto e - conclude NIN - "visto da un punto formale, l'insuccesso di Frowick è un insuccesso dell'OSCE, mentre il fatto che il suo piano continui a essere in vita è un successo della diplomazia USA".


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