Aliyev padre e figlio, sguardi diversi sul conflitto

25 marzo 2013

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In questi ultimi mesi vi sono stati una serie di episodi che hanno riportato ad altissimi livelli la tensione tra Armenia ed Azerbaijan. Da parte azera, la retorica è sempre più esplicitamente anti-armena e bellicosa. Sia il caso Safarov, sia la vicenda dello scrittore Akram Aylisli sono chiari esempi di questa tendenza.

Eppure, le cose non sono sempre state così. Come ricordava la nostra Arzu Geybullayeva in un recente articolo, Heydar Aliyev, padre dell’attuale presidente Ilham, accoglieva giornalisti armeni con parole nel complesso benevole. Ecco un estratto di un discorso di Heydar Aliyev pronunciato alla presenza di giornalisti armeni e georgiani il 1 luglio 1999:

Purtroppo, il conflitto iniziato nel 1988 mentre c’era ancora l’Unione Sovietica ha causato difficoltà nelle relazioni tra Armenia e Azerbaijan che non erano mai esistite in precedenza. Se guardiamo alla storia, possiamo vedere che vi sono stati conflitti tra azeri e armeni a vario livello. Hanno causato vittime e spargimento di sangue, ma in seguito il conflitto veniva risolto e si ristabiliva una situazione di pace. Prendiamo per esempio gli eventi del 1905 o del 1918. Dopo alcuni anni le relazioni sono state ripristinate, la gente è ritornata amica e il male che ha avuto luogo è stato dimenticato. Questo è chiaro e naturale. La gente non vuole il male, cerca il bene. Non è solo il caso di Armenia e Azerbaijan. Pensate a quanti paesi sono stati coinvolti nella seconda guerra mondiale e alla dimensione del conflitto che ha coinvolto, la Russia, l’Unione Sovietica e la Germania. E guardate ora che ottime relazioni hanno. Si può dire la stessa cosa di altri paesi europei che sono stati in guerra per anni. Tutto questo è rimasto parte del passato, ed ora questi paesi hanno relazioni amichevoli. È nata l’Unione europea e questi paesi continuano ad integrarsi in modo sempre più stretto. [...] Vogliamo una risoluzione pacifica del conflitto. Credo che troveremo il modo di risolvere il conflitto in un modo che sia in conformità sia con gli interessi armeni che con gli interessi azeri. Non credo che Armenia e Azerbaijan saranno sempre in conflitto. Perché la storia dimostra che questo non è possibile. [...] Comunque, non solo l’Azerbaijan ha avuto delle vittime, anche l’Armenia ha avuto delle vittime, anche in Armenia ci sono invalidi di guerra. È quindi necessario stabilire un’atmosfera di fiducia reciproca in modo da andare verso la pace e una risoluzione pacifica del conflitto.  

Heydar Aliyev proseguiva dichiarando che i giornalisti dei due paesi potevano avere un ruolo particolarmente importante in questo processo e si felicitava per la possibilità di incontro che aveva avuto luogo in quell’occasione.

Cito ora un estratto da un recente discorso pronunciato dall’attuale presidente azero Ilham Aliyev , figlio di Heydar, in occasione del ventennale della fondazione del partito di governo azero, il Partito Nuovo Azerbaijan (ampi estratti del discorso sono stati postati in una serie di tweet sul canale Twitter del presidente azero ).

Voglio far presente che il principale obiettivo della nostra politica estera è la risoluzione del conflitto armeno-azero per il Nagorno Karabakh. Continueremo i nostri sforzi in questa direzione. Voglio ribadire che la nostra posizione è molto ferma, basata sul diritto internazionale, la storia, la giustizia e sulla nostra crescente forza. Stiamo conducendo negoziati e allo stesso tempo stiamo rafforzando la nostra forza militare.

Il divario tra Armenia e Azerbaijan è già molto ampio e continua a crescere ogni giorno. L’Azerbaijan è sempre più forte ogni anno, mentre ogni anno l’Armenia è più debole e in declino. Prova di questa tendenza è l’esodo di massa di persone dall’Armenia verso altri paesi.

Continueremo il nostro sforzo per isolare l’Armenia. È una poltica che sta già funzionando. Ne vediamo i risultati. Il numero di nostri amici sta crescendo. Un numero sempre maggiore di paesi vuole cooperare con noi. Abbiamo iniziato a investire in vari settori di paesi esteri. È un processo nuovo. Lo accellereremo. Così, le nostre relazioni politiche ed economiche con tutti i paesi del mondo saranno ancora più forti nel futuro. Tre paesi hanno già riconosciuto ufficialmente il genocidio di Khojaly come un atto di genocidio. È un processo che abbiamo iniziato e che continueremo. Dobbiamo fare in modo che il maggior numero di paesi possibile riconosca Khojaly come un atto di genocidio. In un’ottica di medio-lungo periodo, il ripristino dell’integrità territoriale dell’Azerbaijan è fuori dubbio. Né noi, né i mediatori che si occupano della questione hanno dubbi a riguardo. Crediamo che sia proprio per questo che i mediatori internazionali hanno aumentato la loro attività nell’ultimo periodo. Tutti sanno che la crescente forza politica, economica e militare dell’Azerbaijan porterà a una completa risoluzione della questione a favore dell’Azerbaijan.

Voglio ribadire che siamo coinvolti nelle negoziazioni. Ma che allo stesso tempo prendiamo ogni altra misura e siamo pronti per tutte le altre opzioni. Ripeto che l’Azerbaijan ha ragioni forti legali, storiche e politiche. Non ho alcun dubbio che l’Azerbaijan ripristinerà la propria integrità territoriale. La soluzione di questo problema è possibile sulla base di questi principi. [...]

Ci sono forze - pro-armene, anti-azere e islamofobiche - che non possono accettare il nostro successo e sviluppo. [...] Il nostro principale nemico è la lobby armena. Ne ho parlato spesso e voglio dirlo di nuovo senza alcun timore: il nostro nemico è la lobby armena. Perché l’Armenia è un paese senza alcun valore. In realtà non è altro che una colonia, un avamposto controllato dall’estero, un territorio creato artificialmente su terre storicamente azerbaijane.

Aliyev non nasconde che l’Azerbaijan sta rafforzando il proprio potere militare e sta cercando di isolare l’Armenia, che definisce "un paese senza alcun valore", suggerendo anche che il territorio dell'Armenia contemporanea è storicamente azero. Un tema che Aliyev ha ripreso anche in un discorso pronunciato pochi giorni fa : “lo stato armeno è stato stabilito su terre storicamente azerbaijane. Il khanato di Yerevan, Zangezur e Geycha [Sevan] - sono tutte terre storicamente nostre”.

Nessuna traccia della necessità di un processo di riconciliazione, di trovare un accordo che soddisfi entrambi i paesi, dell’inevitabilità della pace e dell’amiciza tra due popoli vicini che caratterizzavano il discorso di Haliyev padre del 1999.

Ho riportato due estratti da interventi pubblici di Heydar e Ilham Alyiev a distanza di più di 10 anni. Si tratta di singoli interventi pronunciati in contesti diversi che per quanto indicativi non possono certo riflettere la complessità dell’approccio al conflitto armeno-azero in Azerbaijan durante la presidenza di Aliyev padre e figlio.

Fanno comunque capire che qualcosa è cambiato. La retorica di Aliyev padre sembra straordinariamente conciliante e pacifista se paragonata a quella del figlio. Tra Aliyev padre e figlio, per quanto riguarda l’approccio alla questione del Nagorno Karabakh, qualcosa davvero è cambiato.


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