Il premio Darko Bratina va quest'anno al produttore e regista armeno Harutyun Khachatryan. A Gorizia, Lubiana, Trieste e Udine una tre giorni a lui dedicata

03/12/2009 -  Nicola Falcinella Gorizia

Va al documentarista e produttore armeno Harutyun Khachatryan il "Premio Darko Bratina - omaggio a una visione" del Kinoatelje di Gorizia. Il cineasta caucasico sarà ospite da oggi a sabato di una tre giorni di proiezioni, workshop e incontri che toccherà Gorizia, Lubiana, Trieste e Udine.

Dopo Maja Weiss, Srdjan Vuletić, Jan Cvitkovič, Aljoša Žerjal, Demetrio Volcic, Edi Šelhaus, Želimir Žilnik, Adela Peeva e Petra Seliškar, il riconoscimento dedicato al fondatore del Kinoatelje - proseguendone l'idea di film, video e televisione come "strumento migliore per scoprire la società, la sua storia e cultura" - guarda più a est, a un cinema meno conosciuto. Il prescelto è un autore cinquantaquattrenne, con diverse opere all'attivo e più volte presente nei festival italiani, la più recente a quello dei Popoli di Firenze un mese fa, dove il suo "Sahman - Confine" è stato accolto con grande calore e interesse anche se senza premi.

"Con la sua poetica d'autore e la sua fotografia emotiva - è scritto tra le motivazioni del premio - il maestro armeno rappresenta in modo ottimale la realtà e la cultura della sua terra. Attivo dal 1981 come regista, è divenuto poi direttore del Dipartimento documentari presso la principale istituzione cinematografica armena, l'Hayfilm/Armenfilm. Khachatryan è anche cofondatore e direttore del festival del cinema internazionale Golden Apricot di Yerevan, un'importante piattaforma per lo scambio interculturale, che mette a disposizione opportunità, esperienze e possibilità formazione per lo sviluppo della cultura cinematografica armena".

L'appuntamento goriziano si aprirà alle 18 nella sala 2 del Kinemax Gorizia con il concerto di benvenuto: di scena il gruppo di jazz contemporaneo Armenian Soundscape. Seguirà alle 20.30 la consegna del premio e la proiezione di "Sahman" (2009).

Un film realizzato al confine tra Armenia e Azerbaijan, dove vivono i reduci e i tanti rifugiati dai conflitti che hanno insanguinato la regione. Per loro il tempo non sembra passare, ma un giorno alcuni di loro trovano un bufalo e lo portano nella fattoria in cui vivono. E accade qualcosa di nuovo. Khachatryan ricostruisce una storia da lui stesso vissuta alcuni anni fa, raccontando al tempo stesso l'impronta della guerra nelle coscienze e nei corpi delle persone. Sullo stesso confine il regista aveva fatto "Ritorno alla Terra Promessa" (1991), uno dei primi lavori a dargli notorietà internazionale.

Successivi sono "Verjin Kayaran - The Last Station" (1994), "Vaveragrogh - Documentarist" (2003, considerato il suo capolavoro e anche questo proiettato a Gorizia) e "Poeti Veradardze - Return of the Poet" (2005).

Domani, sempre al Kinemax Gorizia, il cineasta armeno sarà protagonista di un workshop in cui illustrerà la sua duplice attività di regista e produttore a partire dalle 10. In serata alle 19 "Sahman" sarà proiettato al Kinodovr di Lubiana. Sabato mattina alle 11 Khachatryan incontrerà il pubblico triestino al Caffè San Marco di Trieste e alle 18 proiezione e incontro al Visionario di Udine.


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