(Foto Flavijus, Flickr)

Seconda parte della panoramica sui donatori. Lo European Fund for the Balkans è una nuova fondazione che mira ad avvicinare la regione alla UE. Le priorità e i progetti per il futuro in un'intervista al direttore Hedvig Morvai-Horvat

25/08/2009 -  Risto Karajkov

Leggi il primo articolo sulle fondazioni private in Serbia

L'European Fund for the Balkans ha recentemente pubblicato il nuovo bando Think and Link per borse di ricerca politica nei Balcani occidentali, con scadenza il 20 settembre 2009. Il programma punta a promuovere l'attività politica relativa all'adesione UE.

L'EFB è operativo dagli inizi del 2008 e ha sede a Belgrado. È stato creato dall'impegno comune di quattro grosse fondazioni europee: la Compagnia di San Paolo (Torino), la Robert Bosch Foundation (Berlino), la King Baudouin Foundation (Bruxelles), e la ERSTE Foundation (Vienna). L'EFB continua il lavoro della International Commission for the Balkans (Commissione Internazionale per i Balcani, 2004-2006), un progetto che ha riunito alti funzionari ed esperti provenienti sia dalla regione che dall'Europa occidentale che dovevano fornire consigli su come integrare i Balcani nella UE. L'EFB assegna borse a organizzazioni locali nei Balcani, ma porta anche avanti direttamente alcune attività. Nel suo primo anno di attività, l'EFB ha assegnato circa venti borse di studio a giovani funzionari governativi, e ha sostenuto il lavoro di diversi "think tanks" nella regione attraverso le borse di ricerca politica. Il nuovo bando per il Fellowship Program (programma di borse di studio) per giovani funzionari governativi è aperto fino al 15 settembre 2009.

In collaborazione con Gallup Europe, l'EFB ha recentemente sviluppato il Gallup Balkan Monitor, ovvero un'indagine delle questioni inerenti alla regione. Recentemente sono anche uscite le ultime edizioni della serie di rapporti "Focus On", una sull'impatto dell'immigrazione e l'altra sulla percezione della UE.

L'EFB è guidato da Hedvig Morvai-Horvat, un'attivista serba per la società civile. Prima di approdare all'EFB, ha lavorato come responsabile del Citizen's Pact for South East Europe dal 2002 al 2007. Durante questi anni si è fatta conoscere come una delle maggiori attiviste a favore dell'abolizione del regime dei visti UE nei Balcani.

Quali sono gli obiettivi programmatici e le strategie operative dell'EFB? Siete un classico grant-maker?

L'EFB è più di un classico grant-maker, essendo anche operativo. Inoltre c'è un terzo aspetto che consideriamo molto importante: l'EFB è pensato per impegnarsi non solo con i finanziatori europei già attivi nei Balcani, ma anche con donatori privati e pubblici che finora non hanno mai lavorato nella regione, o che intendono incrementare i propri finanziamenti, aumentandone così l'efficacia. Ciò significa che il Fund ha il potenziale di mobilitare i donatori per la regione, ma anche di contribuire al coordinamento dei donatori nei paesi dei Balcani occidentali. Pensiamo che i finanziatori europei debbano formulare una "strategia d'ingresso" per i Balcani e sostenere lo sforzo di integrazione con la UE di questi paesi. Siamo un'iniziativa recente, pertanto siamo ancora in una fase di sviluppo del programma. Stiamo tastando il terreno in modi e campi diversi. Le nostre attività si svilupperanno all'interno dei quattro principali filoni programmatici che abbiamo definito: l'Europa che immaginiamo, l'Europa in pratica, l'esperienza Europa e lo sviluppo di politiche per i Balcani.

Come funziona il vostro programma di borse?

I destinatari e i beneficiari delle nostre attività attuali comprendono sia organizzazioni che singoli individui: think-tanks, organizzazioni politiche, studenti, funzionari pubblici, ONG. Il Fund non si limita a determinate categorie di beneficiari; i programmi e la strategia di intervento determinano quali gruppi target vengono inclusi, caso per caso. Emettiamo bandi che cercano di generare idee innovative e promettenti da singoli e da organizzazioni nei Balcani occidentali. Sosteniamo progetti che siano in linea con le aree prioritarie del nostro programma emettendo bandi durante tutto l'anno, eventuali proposte non richieste non vengono accettate. L'importo della borsa varia a seconda del programma.

L'EFB è il frutto di diverse grandi fondazioni private...

Il Fund è stato creato da quattro importanti fondazioni private europee: la Robert Bosch Foundation (Berlino), la King Baudouin Foundation (Bruxelles), la Compagnia di San Paolo (Torino) e la ERSTE Foundation (Vienna). Ciò mostra chiaramente il potere di una collaborazione basata su una visione comune e sulla comprensione reciproca. Il triennio iniziale della strategia di implementazione del programma è basato sulla promessa dei fondi di avviamento da parte delle quattro fondazioni partner. Tuttavia, siamo aperti ad altri partner pubblici e privati eventualmente interessati e ci impegniamo a raccogliere fondi per essere in grado di affrontare le esigenze che emergono nella regione, sviluppando ulteriormente le nostre iniziative esistenti e lanciando nuove iniziative incentrate su questioni ritenute pertinenti. Siamo orgogliosi di annunciare che nel 2008 il Fondo ha ricevuto un contributo finanziario dal Ministero degli Esteri della Repubblica Ceca. Riteniamo che questo tipo di supporto sia un segno di riconoscimento per l'EFB e per le sue attività mirate ad "avvicinare i Balcani occidentali alla UE", tenendo presente che la Presidenza della Repubblica Ceca nel Consiglio dell'Unione Europea considerava i rapporti con i paesi della regione una delle sue priorità.

Quali sono i tratti distintivi dell'EFB? Saresti in grado di dire cosa rende o cosa renderebbe l'EFB diverso da altri donatori?

L'EFB è diverso in quanto non è un donatore in senso stretto, ma anche un soggetto attivo nel campo operativo. Inoltre l'EFB non solo assegna borse sulla base di bandi, ma offre anche il supporto incluso nelle attività del programma operativo, sotto forma di borse di studio, training, istruzione, corsi, ecc. Cerchiamo di andare oltre il semplice finanziamento, creando opportunità che potrebbero essere utili ai nostri beneficiari in modi diversi e su livelli diversi.

In che modo è nato l'EFB? Per quale motivo queste quattro grandi fondazioni europee si sono unite per questo progetto?

L'European Fund for the Balkans deve essere considerato un proseguimento diretto dell'International Commission on the Balkans (2004-2006); il Fund rappresenta la "strategia di costruzione degli Stati membri", che ha come priorità principali lo sviluppo di amministrazioni statali funzionanti e il constituency-building. Concretamente, l'idea dietro al Fund è di far diventare reali i consigli della Commissione nella regione, naturalmente seguendo da vicino gli sviluppi in questi paesi e regolando la nostra strategia sulla base di tali sviluppi, paese per paese.

Al momento quali sono secondo te le sfide più grandi nei Balcani e cosa dovrebbe fare l'EFB per affrontarle? Come farà l'EFB a garantire la copertura operativa della regione?

Ci sono molte sfide da affrontare in questa regione. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che si sono anche tante opportunità. Ed è proprio questo che consideriamo come una delle principali sfide del Fund: scoprire queste opportunità e agire da catalizzatore per mobilitare forze e soggetti diversi che possano apportare cambiamenti positivi nella regione. Pertanto, il Fund si rivolge specialmente alle nuove generazioni, provenienti da diversi campi e da diverse strutture, che non solo possono promuovere gli sviluppi ma esserne anche parte attiva. La regione ha ancora bisogno di consolidare la propria democrazia. La prospettiva della UE dà a questi paesi le linee guida e l'ulteriore motivazione necessaria per mettere in pratica le riforme e cambiare la società, tuttavia sono necessari investimenti su larga scala, in diversi modi e a tutti i livelli. Pensiamo che sia molto importante contribuire alla capacity building nel settore pubblico e anche nella sfera privata. Vogliamo investire sulle persone, specialmente nelle nuove generazioni, che saranno i nuovi leader della regione. Un'altra sfida importante che stiamo affrontando è l'immagine dei Balcani. È importante costruire una percezione positiva della regione dall'interno, riconoscendo gli ultimi sviluppi e miglioramenti, ma è altrettanto importante veicolare un messaggio fresco e positivo al mondo esterno. Abbiamo bisogno di rappresentanti del cambiamento, che portino questo messaggio e riavvicinino i Balcani all'Europa.


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