Un progetto di collaborazione scolastica italo-russa si propone di studiare la presenza dei cosacchi in Friuli nel '900. Scambi culturali, scuole estive e un convegno sul tema

16/05/2008 -  Anita Clara

I cosacchi del Kuban, durante il secondo conflitto mondiale, occuparono le montagne della Carnia, in Friuli, insediandosi nella piana di Cavazzo, ribattezzata da essi "Nuova Krasnodar". I legami culturali e storici stabilitisi tra le due regioni sono molteplici. Un convegno intitolato "Caucasica Latinitas" ne ha esplorato le trame, lo scorso fine settimana a Krasnodar.

Avente per tema le "relazioni tra il mondo mediterraneo e le regioni caucasiche", il ciclo di conferenze si è svolto domenica 4 maggio nella città della Russia Meridionale, lungo il fiume Kuban, nelle vicinanze del Mar Nero, in una terra geograficamente straordinaria, caratterizzata da una fiorente agricoltura e dalla bellezza dei paesaggi che spaziano dalle colline dolcemente degradanti verso il mare alle asprezze della catena del Caucaso.

Promosso dalla Fondazione Cassamarca di Treviso in collaborazione con l'Ente Friuli nel Mondo e l'Istituto Tecnico "Giuseppe Marchetti" di Gemona del Friuli, che da anni intrattiene rapporti di scambio con la scuola "Gymnazija 69" di Krasnodar, l'evento è stato la tappa conclusiva di un percorso di lavoro condiviso tra professori e studenti russi e friulani cominciato qualche anno fa.

La presenza dei cosacchi in Carnia è stata infatti oggetto di una ricerca storica iniziata nel 2005, quando gli studenti italiani dell'istituto Marchetti di Gemona sono entrati in contatto con i loro coetanei russi del Ginnasio 69. Ritrovandosi assieme in una sorta di aula virtuale, i ragazzi hanno svolto indagini parallele sui due territori, a più di 2.000 km di distanza, coordinati dai professori Valentina Parachnievich e Angelo Floramo, approfondendo il fenomeno dei cosacchi di Krasnodar che nel 1944 e 1945 occuparono buona parte del Friuli a seguito delle armate germaniche. Per mesi gli studenti hanno raccolto dati, progettato moduli didattici, comparato materiale, arrivando a ripercorrere le suggestive e controverse vicende che avevano visto intrecciati i destini dei rispettivi popoli.

Storicamente, il Kuban entrò a far parte dell'impero zarista solamente agli inizi del XVIII secolo, quando la zarina Caterina sottrasse quei territori ricchissimi all'Impero Ottomano ormai in fase di decadenza. Nel corso del VI secolo, la regione era stata occupata da tribù slave che avevano intrattenuto stretti contatti con il mondo bizantino. L'orda d'oro di Tamerlano il Grande aveva quindi investito l'intera regione, per amministrarla fino alla dissoluzione del suo impero. Dopo il 1453, a seguito della caduta di Costantinopoli, la Sublime Porta inglobò quei territori sotto il suo controllo e li mantenne fino a quando le armate cosacche li conquistarono agli zar, insediandovi i loro villaggi.

Furono proprio i cosacchi di Krasnodar a giungere tra le montagne friulane in pieno periodo bellico, in quanto alleati dei tedeschi, con la prospettiva di viverci con le loro famiglie. Gli abitanti del luogo li chiamarono "invasori": pur avendo subito violenza dai sovietici, essi si comportarono in terra italiana con non meno brutalità dei loro persecutori. In seguito furono traditi dai loro superiori nazisti. La ricerca parallela degli studenti di Gemona e di Krasnodar è dedicata alle vittime del totalitarismo: russi, italiani, tedeschi, assieme a tutti i popoli coinvolti nel turbine sanguinoso della violenza.

L'esperienza dell'indagine comune è evoluta sino a predisporre una serie di viaggi di interscambio. Nella loro prima trasferta in Italia, gli studenti di Krasnodar hanno fatto tappa anche a Cavazzo Carnico, in un incontro significativo con la popolazione del luogo, dove la memoria dei cosacchi è particolarmente viva e dove, pur nella drammaticità dei momenti, non sono mancate le occasioni di confronto e talvolta di amicizia.

I risultati finali sono confluiti in un sito trilingue italiano-russo-inglese che offre una puntuale ricostruzione di quanto avvenne durante gli anni della seconda guerra mondiale sia nella regione del Kuban che in Friuli. Tra i materiali pubblicati sono disponibili, oltre a documenti inediti forniti dagli studenti russi, anche alcune interviste rivolte ai testimoni che vissero quegli avvenimenti in prima persona, realizzate da entrambi i gruppi di studio.

La ricerca è stata segnalata dall'American Council e si è posizionata tra i primi 100 siti didattici del mondo, secondo la classifica 2005 del Learning Awards, associazione statunitense che valuta i progetti realizzati fra scuole di diversi paesi e diffusi online. Inoltre, la documentazione raccolta dai ragazzi è stata illustrata in un convegno organizzato attraverso il contributo scientifico dello storiografo friulano Pierino Stefanutti, e l'adesione, tra gli altri, di Noemi Calzolai, autrice di un celebre documentario edito dalla RAI sull'epopea cosacca in Friuli.

In seguito, su iniziativa dell'istituto Marchetti, tramite il lavoro dei professori Angelo Floramo e Alberto Vidon e il sostegno delle famiglie degli studenti della scuola, che hanno provveduto ad offrire ospitalità ai ragazzi russi, l'estate scorsa si è realizzato il "Summerschool Linkest 2007" che ha coinvolto oltre 40 giovani in una scuola estiva in Friuli Venezia Giulia, e ha avuto l'appoggio di numerose istituzioni locali: il Comune di Gemona del Friuli, la Casa per l'Europa, l'Ente Friuli nel Mondo, la Fondazione Cassamarca di Treviso, i Comuni di San Daniele e Ragogna, il Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Trieste e la Provincia di Udine.

Infine, è stato al seguito della delegazione di professori friulani partecipanti alla giornata di lavori "Caucasica Latinitas", che alcune classi della scuola gemonese hanno avuto l'opportunità di visitare a loro volta il Kuban, trascorrendovi due settimane appassionanti di conoscenza e coinvolgimento personale.

A livello scientifico, la regione di Krasnodar vanta un profilo complesso e oggetto di indagini comparate da parte di storici, antropologi ed etnografi, in quanto abitato fin dalla preistoria -ne sono testimonianza i numerosi dolmen, classificati tra i più belli e i meglio conservati in Europa- e crocevia di ripetute migrazioni: accolse anche il fascinoso popolo degli Sciti della stirpe di Kurgan, che intrattenne contatti con il mondo greco ed ellenistico. L'immaginario classico greco e latino popolò l'attuale Kuban di miti straordinari: le amazzoni, l'impresa degli Argonauti e il vello d'oro, la rupe del Caucaso dove venne incatenato Prometeo per aver sottratto il fuoco agli dei... tanto che si può affermare che la regione di Krasnodar ha rappresentato per millenni l'embrione della genesi mitopoietica del pensiero occidentale.

Proprio a questi i temi i relatori hanno dedicato i loro interventi: Contatti romani con la regione Kuban del Mar Nero, a cura di Vladislav Ulitin; Le grandi migrazioni della tarda antichità nelle fonti storiche tra Veneto, Friuli V.G. e Kuban, a cura di Glauco Toniutti; Le regioni del Caucaso e del Mar Nero come immagini dell'Altro nell'immaginario mitologico tra antichità e medioevo, a cura di Angelo Floramo; Il confine tra Europa e Asia nelle relazioni dei viaggiatori dall'antichità all'età moderna, a cura di Alberto Vidon; Siamo così diversi, siamo così uguali, a cura di Anastasiya Nesvedova; La Russia: il viaggio tra esperienza e suggestione, a cura di Michele Contessi; Il progetto Italia-Russia. Risultati e prospettive, a cura di Valentina Parakhnevich.

Dopo il rientro in Italia, il percorso di scambio continuerà con ulteriori iniziative: l'amicizia ormai cementata tra le due scuole ha spinto i partners coinvolti nel progetto ad allargare la rete, includendo anche le citta di Voronesh, nella Russia Centrale, Cheljabinsk, sugli Urali, e Irkutsk, in Siberia.

Gli argomenti da affrontare nel prossimo triennio riguarderanno la grande ritirata dell'Armir e gli anni della Guerra Fredda (per Voronesh) e il duro lavoro degli operai friulani coinvolti nella costruzione della ferrovia Transiberiana (per Cheljabinsk e Irkutzk). Le prossime sessioni della Summerschool (Linkest 2008 e Linkest 2009) saranno dedicate proprio alle nuove ricerche, i cui risultati verranno nuovamente pubblicati in rete, stavolta con il contributo del Museo Archeologico di Ragogna (Udine) e l'apporto artistico dei gruppi musicali friulani Carantan e Arbe Garbe. L'idea è che tutto il materiale confluisca in una mostra itinerante e multimediale patrocinata dall'Ente Friuli nel Mondo.


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