Katsushika Hokusai

I funerali al Mirogoj di Zagabria di Vivian Slot, bambina croata vittima dello tsunami in Thailandia, e la risposta solidale della popolazione. I forti legami tra la Croazia e l'Asia sud orientale, eredità del Movimento dei Non Allineati. L'ambasciatore croato a Jakarta, Mišo Broz, il figlio di Tito. Una sintesi dal nostro corrispondente in Croazia

24/01/2005 -  Drago Hedl Osijek

Vivian Slot, una bambina di tre anni, unica vittima croata dello Tsunami, è stata sepolta il 10 gennaio scorso nel celebre cimitero Mirogoj di Zagabria. La famiglia della bambina ha chiesto agli amici di vestirsi in bianco per il funerale, il tradizionale colore del lutto nei Paesi del sud est asiatico, e invece di acquistare fiori e ghirlande di utilizzare quei soldi per aiutare le persone che stanno soffrendo in quella parte del mondo.

La morte della bambina di tre anni, che viveva con i propri genitori in Thailandia, ha scioccato il pubblico croato incoraggiandolo a rispondere alle organizzazioni che stanno raccogliendo fondi per aiutare le vittime. Le immagini della terribile catastrofe hanno riempito in questo periodo gli schermi e le pagine dei quotidiani, dominando sul più importante evento di politica interna - la fine del primo turno delle elezioni presidenziali, che in Croazia è coinciso con gli avvenimenti in Asia sud-orientale.

Nell'area colpita dallo tsunami erano presenti circa 50 cittadini croati, sopravvissuti alla tragedia, malgrado molti di loro non fossero riusciti in un primo tempo a contattare le proprie famiglie. Le agenzie turistiche croate specializzate in viaggi verso l'India, l'Indonesia, lo Sri Lanka e la Thailandia non avevano organizzato viaggi nel periodo di Natale e Capodanno, così che tutte le partenza dei Croati erano state individuali. Questo ha reso le ricerche più difficili.

Le testimonianze di coloro che sono rientrati da quel territorio, e che erano stati testimoni diretti della tragedia, hanno provocato la reazione dei Croati. Il tempo dedicato a loro dai media per descrivere la portata della catastrofe, e i loro appelli per aiutare la popolazione locale, hanno avuto effetto. Due tra le più importanti organizzazioni umanitarie del Paese, la Croce Rossa Croata e la Caritas, hanno dato il via ad una raccolta di fondi. In un lasso di tempo relativamente breve, è stata raccolta una significativa quantità di denaro così come cibo, medicine e altri generi di necessità. Questi aiuti sono già stati inviati alle aree colpite.

Oltre ai molti cittadini croati che hanno contribuito con donazioni finanziarie, hanno offerto aiuti anche note ditte come la farmaceutica "Pliva", che ha donato circa 3 tonnellate e mezza di medicinali urgenti. La ditta alimentare "Podravka" ha inviato 20.000 pasti per bambini ai Paesi del sud est asiatico, insieme a grandi quantità di acqua potabile. Con il denaro raccolto sino ad ora, la Caritas ha acquistato cinque unità di prodotti medicinali e igienici che sono già stati inviati nello Sri Lanka. Ognuna di queste cinque unità dovrebbe provvedere ai bisogni di base di 10.000 persone per tre mesi.

Venerdì 14, il presidente della Caritas croata, vescovo Josip Mrzljak, ha condotto una preghiera per le vittime dello tsunami nel sud est asiatico. Dopo una grande ondata di malvagità è apparsa una ondata di bene da parte della intera umanità, ha detto Mrzljak, aggiungendo che anche la Croazia sta contribuendo a questa grande onda di solidarietà mondiale.

La Croce Rossa Croata, che ha raccolto da sola circa un milione di euro, ha trovato i donatori più importanti nel governo croato, nella compagnia "Ericsson Nikola Tesla" e nello zuccherificio di Županja. La linea rossa allestita per le donazioni ha ricevuto chiamate da 139.547 cittadini croati, raccogliendo 510.742 kune (circa 67.000 euro).

"Grazie a tutti voi per il vostro aiuto disinteressato", ha dichiarato il presidente della Croce Rossa Croata, Jadranko Crnić. Il presidente dell'organizzazione ha annunciato che la raccolta di aiuti continua, e che il nuovo blocco verrà inviato il primo marzo. La Croazia invierà anche presto degli psicologi che serviranno come educatori nei Paesi dell'Asia sud-orientale.

Sebbene la Croazia non abbia relazioni economiche e commerciali sviluppate con i Paesi del sud est asiatico, quelli politici sono particolarmente buoni. Si tratta di una eredità del periodo precedente, quando la Croazia era ancora parte della Jugoslavia, Paese a capo del Movimento dei Non Allineati negli anni '60 e '70. L'ex presidente jugoslavo Josip Broz Tito, uno dei fondatori di questo movimento, si recava spesso in India, Indonesia e Sri Lanka, e i massimi dirigenti di questi Paesi erano spesso ricevuti a Belgrado.

Sebbene a seguito della fine della Guerra Fredda e della caduta del muro di Berlino il Movimento dei Non Allineati abbia perso la propria importanza, la Croazia, consapevole della importanza e notorietà di cui Josip Broz Tito godeva in quei Paesi, ha inviato suo figlio, Mišo Broz, come ambasciatore della Croazia in Indonesia.

"A parte il calciatore Davor Suker, il nome di Josip Broz è l'unica cosa che gli Indonesiani associano alla Croazia", ha dichiarato l'ex ambasciatore della Jugoslavia in quel Paese, Vjekoslav Koprivnjak, all'autore del presente articolo nel corso della sua visita a Jakarta lo scorso anno.

La Croazia era ben consapevole di questo fatto, ed è questo il motivo per cui ha inviato il figlio di Tito come proprio ambasciatore a Jakarta, considerando che la reputazione goduta in loco dal padre avrebbe aiutato a sviluppare migliori relazioni economiche con il quarto Paese più popoloso al mondo. La Croazia considera estremamente interessante il mercato di quei Paesi, e le ditte che sono state le prime ad inviare il proprio aiuto alla regione - la farmaceutica "Pliva" e la alimentare "Podravka", avevano già offerto i propri prodotti non solamente all'Indonesia ma anche ad altri Paesi del sud est asiatico.


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