Da mesi in Bulgaria si rincorrono notizie di scandali relativi all'appropriazione indebita di fondi europei, a dimostrare che milioni di euro vengono distribuiti da chi governa ad amici e parenti

08/07/2008 -  Tanya Mangalakova Sofia

Vasko è uno dei pochi artigiani di Ribaritza, pittoresco villaggio ai piedi dei Balcani bulgari. Ha un piccolo negozio, un ristorante, una segheria, nei quali lavora la sua famiglia al completo. Dopo la fine del regime, nel 1989, è stato uno dei primi ad aprire un'attività economica nel piccolo centro. La famiglia di Vasko ha fatto tutto da sola, e i suoi componenti sono preoccupati perché non sono ancora riusciti a restituire i prestiti chiesti per portare avanti le attività. Vivono tutti in modo parco.

La moglie dii Vasko racconta come, recentemente, un uomo ed una donna, gestori di una ditta edile, hanno provato a convincerli di potergli assicurare un finanziamento europeo a condizione di buttare giù quanto costruito finora, e ricostruire tutto attraverso la propria ditta. Vasko è pessimista, non crede che i fondi europei riusciranno ad arrivare alle persone come lui. "Oggi ci sono programmi, ad esempio il SAPARD, che riguardano sia l'edilizia che le piccole imprese. Io però, alla fine preferisco prendere soldi in prestito da amici e conoscenti, piuttosto che fidarmi di intermediari che dovrebbero farmi arrivare ai fondi. Non sono affatto ottimista sull'utilizzo dei fondi che vengono dall'Europa".

Lo scandalo SAPARD ed altre storie

Da qualche mese in Bulgaria si rincorrono le notizie di scandali relativi all'appropriazione indebita di fondi europei, che dimostrano che i sospetti dei cittadini bulgari non sono figli solo di leggende metropolitane, ma che milioni di euro vengono distribuiti da chi governa ad amici e parenti. I fondi di Bruxelles sono ostaggio di nepotismo e familismo.

Le prove si susseguono una dietro l'altra, e l'Ue ha già bloccato molti fondi. Alla fine di giugno Bruxelles ha sospeso un finanziamento di 183 milioni di lev (circa 90 milioni di euro) stanziati all'interno del programma SAPARD. Il 1 luglio si è venuto a sapere che la decisione è arrivata dopo che l'OLAF, il servizio europeo di lotta alle truffe, ha preso con le mani nel sacco numerosi "furbetti".

Lo scorso marzo era stato congelato un finanziamento di circa 50 milioni di euro dello stesso programma, per lo stesso motivo. L'intero scandalo "SAPARD" è venuto alla luce a causa dell'indagine dell'OLAF, iniziata durante il 2006, sull'appropriazione di 7,5 milioni di euro da parte di aziende bulgare. Sette compagnie avevano importato dalla Germania vecchie attrezzature per la lavorazione della carne, riverniciate appena, e le avevano dichiarate come nuove ottenendo un finanziamento pari a cento volte il loro valore reale.

"Cervello" dell'operazione è stato Lyudmil Stoykov, proprietario del lussuoso centro turistico "Dyuni", sul mar Nero. Nonostante l'inchiesta dell'OLAF abbia portato ad arresti, al momento nessuno è stato condannato. A giugno sono state poste sotto sequestro proprietà dello stesso Stoykov, dietro richiesta dalla commissione per la verifica delle proprietà acquisite tramite attività illegali. Molti, però, sono scettici sul fatto che il discusso businessman andrà incontro ad una condanna, avendo finanziato la campagna elettorale dell'attuale presidente Georgi Parvanov.

Il deputato d'opposizione Yane Yanev ha dichiarato ai media che circa il 40% dei progetti finanziati dal programma SAPARD fanno riferimento a uno stretto circolo di persone fisiche e giuridiche strettamente legate tra loro. Yanev ha detto all'Osservatorio che, con poche eccezioni, non ci sono o quasi "normali cittadini" tra coloro che hanno ricevuto sussidi europei. La tangente richiesta per ottenere fondi da Bruxelles è cresciuta in fretta dal 10-15% al 40-50% del valore del sussidio richiesto. "Se si facesse un controllo sul territorio, diverrebbe evidente che alcuni dei beneficiari del programma SAPARD hanno preso soldi per colture e macchinari inesistenti, altri hanno ricevuto fondi per il turismo responsabile, costruendo però hotel di lusso sulla costa o in montagna.

Alcuni casi, portati alla luce dai media, sono paradossali. Quattro allevatori diversi hanno ricevuto sussidi per la stessa mandria di 120 vacche, a cui di volta in volta è stato cambiato il marchio di riconoscimento. Nello schema sono coinvolti anche fornitori dal resto d'Europa, che fatturano macchine per un valore del 40-50% più alto dei prezzi di mercato, senza alcun controllo serio", denuncia Yanev.

Al momento in Bulgaria non ci sono state condanne per l'appropriamento indebito di fondi comunitari. "A preoccupare è il fatto che esponenti della criminalità organizzata siano diventati d'improvviso allevatori, albergatori o contadini", dice ancora ad Osservatorio Yanev. Il deputato ritiene che nelle prossime elezioni europee, previste per il 2009, il fenomeno della compravendita di voti raggiungerà livelli mai visti. "In pratica Bruxelles fornisce sussidi ad una classe dirigente dedita al banditismo e alle attività mafiose, che con questi soldi compra la propria rielezione". Ironia della sorte, lo stesso Yanev è stato accusato di compravendita di voti durante le ultime elezioni amministrative.

Nepotismo nella costruzione delle infrastrutture

I fondi per la costruzione e la manutenzione della rete stradale vengono "risucchiati" da un'enorme piovra, i cui tentacoli sono rappresentati da parenti dei rappresentanti delle alte sfere di potere. Lo scandalo "Batko" (in bulgaro "fratello maggiore"), è scoppiato lo scorso gennaio, quando furono congelati i fondi di tre progetti finanziati dal programma di pre-adesione ISPA, per un valore di 144 milioni di euro, in seguito all'arresto di due funzionari del fondo "Infrastruttura stradale repubblicana". A febbraio il direttore del fondo, Veselin Georgiev, ha rassegnato le dimissioni a causa di un evidente caso di conflitto di interessi, emerso in seguito ad un'inchiesta del settimanale Kapital, che ha mostrato come lo stesso Georgiev ha assegnato appalti per oltre 60 milioni di euro alla compagnia gestita dal fratello. La moglie di Veselin Georgiev, presto ribattezzato "Batko" ha poi acquistato mille ettari di terreno nel villaggio di Kriva Krusha, ad un prezzo stracciato. Si è poi venuto a sapere che il tracciato dell'ancora incompiuta autostrada "Trakiya" passerà proprio su quei terreni.

A giugno, durante una gara d'appalto dello stesso fondo "Infrastruttura stradale repubblicana", la compagnia KPMG ha scoperto almeno undici casi di conflitto d'interessi, che riguardano ministri e alti funzionari dello stato. Dalla fine del regime comunista sono stati costruiti in Bulgaria solo 150 chilometri di autostrade, finanziati dal budget dello stato e dai fondi europei. In Croazia, scrive Kapital, dalla fine della guerra con la Serbia, sono stati realizzati mille chilometri di autostrada, senza attingere ai fondi strutturali di Bruxelles. A causa della lentezza del lavoro e delle truffe in Bulgaria non esiste alcuna autostrada che attraversi il territorio da un confine all'altro del paese.

Proprio a giugno il governo di Sofia ha deciso autonomamente di congelare i fondi di dieci progetti inclusi nel programma PHARE. Il vicepremier Melena Plugchieva ha dichiarato che la costruzione di strade nelle regioni di confine andrà avanti, finanziata dal solo budget dello stato. Il quotidiano Sega ha commentato la situazione scrivendo che, a maggio 2008 è stato raccolto un surplus fiscale di circa 2,7 miliardi di lev (circa 1.3 miliardi di euro), che verrà utilizzato per coprire le malefatte dell'amministrazione. Il governo sa da tempo che la Commissione Europea ha intenzione di congelare i fondi destinati a Sofia. Secondo il quotidiano, per mettere a tacere l'enorme scandalo, e perché a rimetterci non siano le aziende bulgare che hanno ricevuto sussidi, l'esecutivo correrà ai ripari utilizzando i soldi dei contribuenti.

La Commissione Europea, intanto, ha vietato a Sofia di compensare con fondi del proprio budget i sussidi bloccati del programma SAPARD, ha dichiarato il 2 luglio Dimitar Tadarakov, direttore del fondo "Agricoltura", che lo stesso giorno ha rassegnato le dimissioni.

Il "chip" di Bruxelles per Sofia

Il premier Sergey Stanishev ha recentemente creato un nuovo posto di "Vice primo ministro per i fondi europei", assegnato a Meglena Plugchieva, ex ambasciatrice a Berlino. Ma rimane da vedere se la classe dirigente ha davvero la volontà politica di sciogliere il nodo gordiano rappresentato da corruzione, malversazioni e passività. A giugno Bruxelles ha introdotto il sistema informatico "Lotar", pensato per monitorare la gestione dei fondi europei in tutti i ministeri bulgari attraverso i quali transitano fondi dell'Unione Europea. "Bruxelles ha messo il chip a Sofia", hanno scritto i media locali.

"Corruzione a tre, sistema di governo". Il leader del partito d'opposizione di destra "Democratici per una Forte Bulgaria", Ivan Kostov ha definito così l'attuale coalizione al governo (BSP, DPS, NDSV). Tutto lascia pensare che l'attuale governo verrà ricordato per l'alto livello di corruzione che caratterizza i primi anni della Bulgaria all'interno dell'Ue. L'opposizione in parlamento si prepara a chiedere un voto di sfiducia dopo la presentazione del prossimo rapporto della Commissione Europea sui progressi del paese, atteso per il prossimo 23 luglio, e che tutti pronosticano essere di tono fortemente critico.

La questione centrale è questa: arriveranno i generosi fondi europei alle regioni bulgare più arretrate e bisognose, perché migliori lo standard di vita dei cittadini e sia resa possibile la nascita di attività produttive, oppure, come già successo, spariranno nelle tasche di amici e parenti di chi governa?


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