Mostre, cinema, teatro, incontri con scrittori e fumettisti. Il tutto dedicato al sud est Europa. Quando gli eventi culturali costruiscono un solido ponte per conoscere meglio ''l'altro''

30/10/2006 -  Luka Zanoni

Alla fiera dell'Est, così è stata denominata l'ampia rassegna di eventi dedicati all'Europa sud orientale, tenutasi a Lodi e in alcuni comuni limitrofi (San Martino e Ossago) dal 3 al 26 ottobre scorso. Incontri, dibattiti, rassegne cinematografiche, mostre, musica e cibi balcanici in una kermesse promossa dall' "Associazione culturale Adelante!", l'Osservatorio sui Balcani, la Libreria Sommaruga e l'Associazione "Lodi per Mostar".

Oltre un migliaio sono state le presenze ai vari eventi - sostenuti dalla Provincia di Lodi e dal Comune di Lodi - in una delle iniziative culturali più riuscite quest'anno nel lodigiano. Molte persone sono venute anche da altre città: Milano, Ivrea, Torino, persino da Roma, per prendere parte al "festival balcanico". Discreta anche la presenza della diaspora locale, in particolare della ex Jugoslavia e della Romania.

Non si è trattato solo di un momento per parlare di est Europa e di Balcani, ma è stata innanzitutto un'occasione per gettare un ponte, innanzitutto culturale, una possibilità di scambio e di conoscenza reciproca. Mezzi espressivi come il fumetto, ormai considerata una vera e propria arte visiva, così come l'illustrazione, il cinema e il teatro hanno reso possibile la partecipazione di un pubblico molto ampio, non solo di addetti ai lavori.

Grande interesse ha riscosso la mostra di fumetti di Aleksandar Zograf e Sasa Mihajlovic. Il primo è ormai affermato a livello internazionale, ed è stato presente a Lodi per inaugurare la mostra, il secondo è una giovane promessa della scena fumettistica serba. Nella biblioteca comunale, per due settimane, gli studenti hanno potuto studiare con alle pareti le illustrazioni fortemente evocative di Maja Celija, di origine sloveno-croata, autrice che collabora con alcune delle principali case editrici italiane di libri per l'infanzia. In molti hanno scelto poi il teatro, con il monologo "Reportage Cernobyl" di Roberta Biagiarelli e Simona Gonnella, e "Cry Baby" di Giulio Salierno, incentrato sull"esperienza di una giovane albanese in cerca di lavoro e di fortuna.

Di notevole rilevanza sono stati poi gli incontri di approfondimento e di dibattito. Protagonisti intellettuali di spicco dei Balcani. L'esperienza di intellettuali del calibro di Predrag Matvejevic, docente all'Università La Sapienza di Roma, di Giacomo Scotti, noto poeta e scrittore residente in Istria, di Nicole Janigro, saggista e traduttrice, fino all'incontro con lo scrittore romeno Mihai Mircea Butcovan, profondo conoscitore della lingua e della cultura italiana, ha dato la possibilità al pubblico di approfondire tematiche di ampio respiro e di conoscere realtà e situazioni che ancora oggi a molti sfuggono.

Se infatti le guerre degli anni novanta nella ex Jugoslavia, oltre a portare orrore e disordine, resero evidente a molti quanto fosse poco conosciuta la cultura e la storia di popolazioni che distano da noi solo un braccio di mare, tutt'oggi purtroppo non possiamo dire che questa lacuna si sia colmata del tutto, anche e nonostante l?allargamento ad est dell'UE.

È quindi sul filo di una trasversalità tra le culture e sul concetto di ponte, che la Fiera dell'Est ha voluto soffermarsi, con l'obiettivo di offrire analisi, spunti, saggi, strumenti per capire quell'Europa che ancora aspira a diventar parte dell'Unione, che culturalmente è Europa a tutti gli effetti, ma che giuridicamente e burocraticamente non lo è ancora. Mai come oggi si rende necessario lo sforzo di capire ciò che ci accomuna e ci differenzia, nel massimo rispetto e riconoscimento della differenza, con l'altro, quell'altro generalizzato che in più di un'occasione era ed ancora è il nostro vicino dell'Est.

A tutto ciò ha contribuito anche la chiusura della Fiera dell'Est, con cena balcanica, mirabilmente preparata da una cuoca e un cuoco macedoni, con tanto di trasfrontaliera baklava come dessert, alla quale hanno preso parte quasi un centinaio di persone, e dal concerto della "Mitteleuropea Ensemble" che presentava "Balkan Project", commistione di jazz e musica popolare.

Un successo. E se l'intento era di conoscere l'altro "Alla fiera dell'Est" è stata un ponte solido, una struttura ariosa gettata verso il nostro vicino oriente. "Quando penso ai ponti" scriveva Ivo Andric, nobel per la letteratura (1961) - mi vengono in mente non quelli che ho traversato più spesso, ma quelli su cui mi sono soffermato più a lungo, che hanno attirato la mia attenzione e fatto spiccare il volo alla mia fantasia".


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