Roberta Quarta* 8 agosto 2014
Spettacolo 'Metamorfosi', maggio 2014 a Nicosia - foto di Astragali Teatro .jpg

La nostra storia e la nostra quotidianità sono continuamente segnate dai muri. Alcuni crollati, come il muro di Berlino, altri ancora in piedi come a Cipro o lungo il fiume Evroz tra Grecia e Turchia. Muri che rendono impossibili processi di riconoscimento e inclusione. Con il progetto internazionale "Walls-Separate Worlds" si è cercato, attraverso l'arte, di "saltare i muri"

La nostra storia e la nostra quotidianità sono continuamente segnate dai muri. Alcuni sono stati distrutti, come il muro di Berlino, altri sono ancora in piedi, anche in Europa, come il muro di Cipro, che dà a Nicosia il triste primato di unica capitale europea ancora divisa da un muro che separa le due comunità principali, greco-cipriota e turco-cipriota. Nuovi muri sono stati costruiti e sono in costruzione, come il muro lungo il fiume Evros tra Grecia e Turchia, il muro di Ceuta e Melilla, tra Spagna e Marocco, il muro tra Bulgaria e Turchia. Muri, frontiere invalicabili. Tutto questo accade in Europa, e se spostiamo appena lo sguardo più in là nel Vicino Oriente la terribile evidenza del muro nei Territori Occupati Palestinesi, ci porta ad un conflitto, quello israelopalestinese, ancora una volta tragicamente sotto i nostri occhi mediatici. I muri possono assumere forme diverse, paradigmi di mondi separati, lacerati da nazionalismi, xenofobia, stereotipi sociali e culturali che rendono impossibili processi di riconoscimento e inclusione.

Da queste riflessioni è partito il progetto internazionale WALLS-Separate Worlds, promosso da Astràgali Teatro, con il sostegno del ‘Programma Cultura’ dell’Unione europea, che si è sviluppato nel corso di oltre un anno, a Sirince (Turchia), Zakynthos (Grecia), Parigi (Francia), Berlino (Germania), Lecce (Italia), Nicosia (Cipro). Il progetto ha coinvolto artisti, studiosi, operatori culturali, ricercatori, teatri, università in una serie articolata di residenze artistiche e attività di ricerca sociale che hanno messo a confronto storie, memorie, racconti, canti legati a situazioni di conflitto. I partner del progetto sono stati: Università del Salento - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo, Babelmed, Centro Italiano dell’International Theatre Institute- ITI, Teatro Pubblico Pugliese (Italia), Theatro Tsi Zakynthos (Grecia), Centro Cipriota dell’ITI (Cipro), Performance Research Association- Madrasa Theatre (Turchia), Un Vrai Beau Gars e la Direzione Generale dell’International Theatre Institute (Francia).

Cuore del progetto sono state alcune residenze artistiche internazionali coordinate da Astràgali Teatro, con la direzione artistica di Fabio Tolledi, ed una fase di ricerca e di laboratorio teatrale condotta a Berlino. L’esperienza e l’elaborazione artistica diventano momenti fondativi di una possibilità differente di conoscenza dell’altro, dove la storia individuale può riconfigurare criticamente la Storia ufficiale. Le prime tre residenze si sono svolte rispettivamente a Șirince, in Turchia, presso il Teatro Madrasa, una coraggiosa realtà che con le proprie forze, senza finanziamenti pubblici, ha costruito uno spazio teatrale di residenza artistica, non lontano da Smirne, che accoglie artisti da tutto il mondo; a Zakynthos, presso il Teatro Avriakos, che persegue la sfida di un teatro nell’isola ionia, in tempi in cui la morsa della crisi in Grecia è letale; a Parigi, presso la Maison d’Europe et d’Orient, un centro di ricerca e pratica artistica internazionale che conduce un lavoro estremamente rilevante sulla conoscenza, diffusione e traduzione di opere letterarie dai Balcani, Vicino Oriente e Caucaso. Ogni residenza ha sviluppato un tema “Drama at the crossroads- new identity walls” in Turchia, “Old and new walls” in Grecia, “ Memory and walls” in Francia, attraverso atélier teatrali intensivi, condotti da Astràgali, con artisti internazionali, finalizzati alla creazione congiunta di un evento multilinguistico performativo finale.

Parallelamente all’interno delle residenze si sono svolte altre attività, come dimostrazioni di lavoro, incontri sul tema, spettacoli a cui hanno preso parte artisti da tutto il mondo, alcuni invitati, altri selezionati attraverso call pubbliche, provenienti da Italia, Turchia, Grecia, Cipro (turco-ciprioti e greco-ciprioti), Croazia, Germania, Svezia, Finlandia, Romania, Lettonia, Spagna, Francia, Ucraina, Russia, Palestina, Costa Rica, Messico, Cina, Canada. Attraverso le pratiche artistiche si è creato un terreno di riflessione e messa in evidenza delle contraddizioni che attraversano le nostre società, e dei conflitti che determinano i muri della vergogna.

Il progetto ha avuto il suo culmine nelle due residenze finali a Lecce (dal titolo “Crossing walls”) e a Nicosia (sul tema “Mother-tongues- telling the conflict through theatre”), dove un gruppo di attrici e attori selezionati dalle precedenti residenze è stato coinvolto nella creazione artistica finale dello spettacolo ‘Metamorfosi’, ispirato al testo di Ovidio, per la regia di Fabio Tolledi. Lo spettacolo è stato messo in scena con allestimenti site-specific nel Parco Naturale di Rauccio, vicino Lecce (terra di migrazione e di forti problematiche sociali, è importante ricordarlo, circondata da un’altra tragica frontiera, quella del Mediterraneo), e a Nicosia (Cipro), nel cortile di un edificio distrutto, nella No Man’s Land, la zona cuscinetto sotto controllo delle Nazioni Unite, che separa le due parti della città (e che divide i due stati: la Repubblica di Cipro e la Repubblica Turca di Cipro Nord, quest’ultima non riconosciuta dalla quasi totalità della comunità internazionale).

Hanno preso parte alla residenza a Nicosia, durata circa un mese, oltre alla compagnia di Astràgali Teatro, artisti greco-ciprioti, turco-ciprioti, palestinesi, turchi, burkinabé, canadesi, italiani, spagnoli. Venti attrici e attori al termine di un lungo, intenso percorso di preparazione, confronto, dialogo, riflessione e pratica teatrale hanno tessuto una trama di azioni, suoni, canti, voci nelle tante diverse lingue, dipanando i nessi possibili tra miti (quelli di ‘Metamorfosi’), storie individuali e storie collettive intorno alla questione dei muri, della guerra, della lingua madre, della relazione con l’altro da sé. Il luogo della performance, che è stata messa in scena il 12 giugno scorso, portava dolorosamente tutti i segni e le ferite del conflitto: un edificio distrutto, vicino Ledra Palace, sede dell’ONU a Nicosia, posto accanto ad uno dei check-point della città. Un luogo che ha vissuto molte vite, circondato dal muro, che sedimenta con immagini e scritte, le tante anime di questa città che si vuole divisa, ma che in tanta parte della sua popolazione trova un desiderio di riunificazione e di dialogo. Segno di questo desiderio è stato, ad esempio, il primo ‘Cyprus pride’, che si è svolto, per una fortunata coincidenza, proprio durante i giorni della residenza, e che riuniva le due comunità sotto un unico messaggio «One love, one Cyprus».

All’interno del progetto Walls un'altra azione di rilievo è stata la pubblicazione di un bando, realizzato in collaborazione con il Cyprus Centre dell’ITI e con la Direzione Generale dell’International Theatre Institute, rivolto a drammaturghi greco-ciprioti, turco-ciproti, greci e turchi. Le sei short plays selezionate - tra le tante che sono giunte - da un Comitato Internazionale sono state tradotte nell’altra lingua, quelle in greco tradotte in turco e viceversa. Sono state poi messe in scena, nel corso di uno stage-reading a Nicosia diretto da una regista greco-cipriota e da una regista turco-cipriota, e interpretate da attori turco-ciprioti (che hanno quindi interpretato le short plays dei drammaturghi greci e greco-ciprioti) e greco-ciprioti (che hanno interpretato le short plays dei drammaturghi turchi e turco-ciprioti).

Inoltre durante uno degli incontri sul tema ‘Teatro e Conflitto’ svoltisi nella residenza è stata allestita una mostra di un giovane artista palestinese, sugli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Un contesto, quello palestinese, mediamente poco conosciuto, anche qui nella strategica Cipro, nonostante la grande vicinanza, ma importante da conoscere anche per rompere una percezione di isolamento rispetto al conflitto. In questo senso il dialogo con artisti provenienti dal Burkina Faso, sulle questioni coloniali e neo-coloniali, e con artisti turchi, impegnati nei giorni delle manifestazioni di Gezi Park, è stato estremamente importante durante il lavoro. Naturalmente il confronto tra gli artisti greco-ciprioti e turco-ciprioti è stato fondamentale, per mettere in luce una rappresentazione dell’altro prodotta da visioni nazionalistiche e identitarie radicali e violente. Walls si è mosso attorno ad una pratica teatrale capace di attivare processi di riflessione critica rispetto alle politiche di separazione, alle dinamiche del conflitto, che sono continuamente in opera e che costantemente mettono a rischio le comunità anche in situazioni di assoluta prossimità.

Astràgali Teatro, che nasce a Lecce nel lontano 1982, ha sviluppato da molti anni azioni in zone di conflitto e sulle tematiche del conflitto in situazioni di marginalità e sfruttamento. Il lavoro a Cipro e la collaborazione con artisti ciprioti sono stati avviati più di dieci anni fa e da allora portati avanti in maniera continuativa. Inoltre nel corso degli ultimi quindici anni Astràgali ha realizzato azioni e progetti artistici di lungo termine in Turchia, Grecia, Albania, Kosovo, Cipro, Giordania, Siria, Palestina, Kurdistan iracheno.

Tra le prossime azioni del progetto Walls ci sarà una pubblicazione sul tema ‘Teatro e Conflitto’, che condenserà l’esperienza realizzata e che sarà presentata a novembre in occasione del Congresso Mondiale dell’International Theatre Institute che si terrà nel mese di novembre a Yerevan, in Armenia. In quell’occasione inoltre sarà discussa un’iniziativa legata ad una campagna internazionale per la facilitazione dei visti per gli artisti, soprattutto provenenti da zone di conflitto e che si trovino in situazioni svantaggiate e di vulnerabilità. Un altro segno di come sia possibile affermare ancora la necessità di oltrepassare i muri attraverso una pratica, seppur molto difficile e faticosa, di condivisione, bellezza e consapevolezza attraverso l’arte, attraverso il teatro.

*Attrice e Coordinatrice del Progetto WALLS-Separate Worlds