Nicole Corritore 13 giugno 2016
Targa in memoria di Milan Pantić, nel luogo dove venne ucciso - dal web.jpg

L'11 giugno del 2001 Milan Pantić, giornalista investigativo del quotidiano belgradese "Večernje novosti", viene ucciso sotto casa. Ad oggi non sono stati scoperti né esecutori né mandanti

"La South East Europe Media Organisation (SEEMO), membro dell'International Press Institute, condanna l'uccisione di Milan Pantić, giornalista del quotidiano di Belgrado "Večernje novosti", avvenuto a Jagodina. Pantić era un giornalista investigativo che aveva scritto su casi di corruzione a Jagodina, città della Serbia centrale, e per questi articoli aveva ricevuto diverse minacce di morte. SEEMO sollecita le autorità della Serbia e della municipalità di Jagodina a far sì che l'assassino sia consegnato alla giustizia il più presto possibile".

Iniziava così il comunicato stampa di Seemo del 13 giugno del 2001 firmato dal portavoce Oliver Vujović, due giorni dopo l'assassinio di Milan Pantić, colpito più volte alla testa con un oggetto contundente, nei pressi dell'ingresso di casa.

A distanza di 15 anni però, le indagini non hanno ancora portato ad alcun processo, sebbene dalle dichiarazioni rilasciate da Veran Matić, caporedattore del programma informativo di B92 e presidente della Commissione di indagine sul caso Pantić, sembri che qualcosa si stia muovendo: "Il gruppo di lavoro della commissione è stato rafforzato e lavora intensamente sul caso. Esistono indizi concreti utili all'identificazione dell'esecutore e quindi dei mandanti".

Nell'articolo uscito due giorni fa su B92, viene inoltre sottolineato che i peggiori nemici del lavoro della Commissione attuale sono i mancati risultati dei sette gruppi di lavoro che si sono alternati negli ultimi 15 anni e il troppo tempo trascorso dal fatto. Veran Matić ha aggiunto che la soluzione di questo caso è considerata dalla Commissione di fondamentale importanza: "Perché si tratta di un giornalista che si occupava di corruzione con alto grado di professionalità, in maniera eroica e in un piccolo territorio, senza godere del forte sostegno che ricevono giornalisti che lavorano nei grandi centri urbani".

Sul caso Pantić, le dichiarazioni emesse oggi da Dunja Mijatović, Rappresentante dell’Osce per la libertà dei media, sono state chiare e nette: "Nel 15esimo anniversario dell'uccisione del giornalista serbo Milan Pantić si richiamano le autorità della Serbia a impegnarsi nel rafforzamento delle indagini di questo come di altri casi di uccisioni di giornalisti. Le autorità hanno il dovere di far sì che gli esecutori e i mandanti non rimangano impuniti."

Intanto, per non dimenticare, oggi si terrà una celebrazione in memoria di Milan Pantić presso la sua tomba a Jagodina, mentre nella piazza che porta il suo nome i parenti e i colleghi giornalisti apporranno una corona di fiori.

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto