Sarajevo - Anna Cavarzan

Come si autorappresentano gli studenti di Sarajevo? Che pensano sul tema dell'identità. Una tesi di laurea, risultato di una ricerca sul campo. Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

05/11/2010 -  Alessandro De Vita

La tesi che segue è nata da un innamoramento verso una terra e la sua gente, verso un modo di vivere e una cultura affascinante. Sentimenti che hanno motivato un viaggio in Bosnia Erzegovina allo scopo di conoscere meglio la sua gente, in particolare quei giovani studenti universitari chiamati a costruire il futuro del proprio popolo dopo aver vissuto una guerra e un lungo periodo di ricostruzione materiale e spirituale.

La tesi, che prende in esame i risultati di una ricerca svolta a Sarajevo lungo l’arco di tre mesi (febbraio-aprile 2009), ha lo scopo di fornire una rappresentazione di come gli studenti universitari descrivono sé stessi e la società che li circonda, tentando inoltre di comprendere come si sia formata la loro identità, come essa sia stata influenzata dalla guerra e di scoprire «informazioni e descrizioni che aiutino a comprendere il funzionamento e le dinamiche interne all’oggetto sociale».

La domanda di partenza, che ha motivato la ricerca, è la seguente: «Cosa caratterizza i giovani studenti universitari che sono cresciuti in Bosnia, durante e dopo la guerra, e che oggi vivono e studiano a Sarajevo?».

Comprendere cosa sia la Bosnia Erzegovina non è semplice. Una delle cose che appare più chiara ad uno straniero è che in questo paese l’identità è una cosa molto seria. La prima reazione è quella della critica superficiale, che s’incarna perfettamente nel luogo comune che vede i Balcani popolati da persone che non possano fare altro che scontrarsi, «una terra di nessuno tra l’Occidente e l’Oriente, una regione segnata da linee di frattura secolari, eterno focolaio di odi ancestrali che da sempre hanno diviso i suoi differenti gruppi etnici». Luogo comune che ritorna spesso nei discorsi sentiti per le strade di Sarajevo e che ormai è una tacita convinzione degli stessi abitanti, passivamente rassegnati all’ineluttabile destino determinato dalla natura balcanica.

Appena però si va oltre l’apparenza, si studia, si osserva, si approfondisce, appare chiaro che quella che possiamo definire come «questione identitaria» è un insieme di dinamiche sociali, influenze di molteplici culture, fedi e religioni diverse, accadimenti storici, spinte sociali, rivendicazioni territoriali, teorizzazioni intellettuali, pressioni idealistiche, che nei secoli hanno formato la cultura balcanica e bosniaca.


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