Tirana (xiquinhosilva/flickr)

Tirana, la capitale albanese, descritta attraverso la sua geografia culturale. Una tesi di laurea. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

15/12/2016 -  Fabjan Ceka

La città di Tirana, capitale dell'Albania, è perlopiù sconosciuta al grande pubblico. Le informazioni a suo riguardo sono molto poche e sempre da guida turistica. Si dicono praticamente le stesse cose e in maniera superficiale. Trovare informazioni serie e approfondite è molto difficile. Sono pochi gli autori che sono andati alla radice della questione.

Sono diversi i motivi che mi hanno spinto a stilare questa tesi. La mancanza di uno studio serio, furori dai luoghi comuni e dagli stereotipi è uno di questi. Probabilmente poi, essendo nato a Tirana, un altro motivo importante è sicuramente quello soggettivo. Ho passato esattamente metà della mia vita in questa città, per poi emigrare in Italia con la mia famiglia. Non sono mai riuscito a dimenticarla anche dopo aver passato l'altra metà della mia vita in un altro paese. È una delle città più brutte al mondo, ma questo non mi interessa perché rimane pur sempre la mia preferita.

Con questo lavoro si è voluto analizzare la città di Tirana dal punto di vista della geografia culturale e di un suo particolare approccio, quello semiotico. Questo ha significato l'analisi dei segni e dei simboli del paesaggio urbano.

L'obbiettivo della tesi è stato però anche quello di fare una critica alla società e al territorio albanese attraverso l'analisi della sua capitale. Ho preso i segni più significativi della città per poter affrontarne i suoi problemi maggiori.

Le problematiche di Tirana sono tante: dovute a una cattiva amministrazione della città e a una classe politica corrotta. La speculazione edilizia ha completamente snaturato il paesaggio, facendo di Tirana uno spazio praticamente invivibile e degradato. Il rispetto degli spazi pubblici non esiste più, prevale solo l'interesse privato e si vive come se non ci fosse un domani. I giovani, ma tutte le persone in generale, non hanno più sogni e ideali, e sono disposti a tutto pur di avere successo. La corruzione della società è diventata un fenomeno accettato da tutti, è considerata una cosa normale da cui non si può scappare e si manifesta nel paesaggio urbano. A nessuno piace, però tutti contribuiscono al sistema corrotto non appena ne ha la possibilità, come ha dimostrato lo studio del Centro Albanese di Ricerca Economico.

La città non presenta nessuna pianificazione urbana dopo la caduta del regime di Hoxha e tutte quelle che si erano immaginate non si sono mai realizzate. Il degrado della capitale è stato accelerato in questi ultimi 25 anni e, in un certo senso, si può dire che Tirana è stata invasa dagli stessi Albanesi. Dagli anni '90 in poi, centinaia di migliaia di abitanti delle zone rurali dell'Albania si sono trasferiti infatti nella capitale creando un caos che non si è fermato ancora oggi. Questo fenomeno di esodo dalle campagne ha portato alla crescita incontrollata della città: nessun governo è riuscito a fare rispettare le leggi urbanistiche, lasciando alle persone arrivate a Tirana la possibilità di costruire qualsiasi cosa dove gli faceva più comodo.


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