Un'urna elettorale a Sukhumi, 12 dicembre 2009 (foto Caucasian Knot)

Sergey Bagapsh, de facto presidente dell'Abkhazia, ha ottenuto quasi il 60% dei voti alle elezioni presidenziali di sabato, mentre il suo principale oppositore Khadzhimba si è fermato al 15%. Da Tbilisi, proteste e una cauta apertura

14/12/2009 -  Giorgio Comai

Il de facto presidente dell'Abkhazia Sergey Bagapsh è uscito vincitore dal primo turno delle elezioni presidenziali del 12 dicembre, il primo voto a tenersi nel territorio dopo il conflitto dello scorso agosto ed il successivo riconoscimento russo. Secondo i dati preliminari forniti dal Comitato Elettorale Centrale, Bagapsh sarebbe quindi confermato per un secondo mandato con il 59,37% delle preferenze, avendo abbondantemente superato il 50% più uno dei voti validi, soglia minima per evitare il ballottaggio.

Tra gli altri candidati, solo l'accademico Vitaly Bganba (1,5% dei voti), ha riconosciuto prontamente la vittoria di Bagapsh. I candidati d'opposizione Raul Khadzhimba (15,4%), Zaur Ardzinba (10,6%) e Beslan Butba (7,9%), pur avendo ottenuto un risultato lontano da quello dell'attuale presidente, non sembrano ancora disposti a riconoscere la vittoria di Bagapsh.

Rappresentanti dell'opposizione guidati dall'ex vice-presidente Khadzhimba denunciano falsificazioni e chiedono un secondo turno. In un comunicato reso pubblico il 13 dicembre, Khadzhimba denuncia il massiccio impiego di risorse pubbliche per sostenere la candidatura del presidente in carica, inclusa esplicita propaganda trasmessa in continuazione sulle televisioni pubbliche, e pressione esercitata da parte delle autorità sui candidati d'opposizione e sugli elettori. Secondo Khadzhimba, durante il giorno delle elezioni sarebbero stati aggiunti oltre 10.000 nuovi nominativi sulle liste elettorali, un dato che secondo il candidato d'opposizione implicherebbe falsificazioni e fenomeni di doppio voto da parte di uno stesso elettore.

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Secondo i dati ufficiali, alle elezioni hanno partecipato circa 103.000 persone, su 138.000 presenti nelle liste elettorali, cioè il 73,4% degli aventi diritto al voto secondo il codice elettorale dell'Abkhazia. Tra gli "aventi diritto", non erano incluse le migliaia di georgiani residenti nel distretto di Gali, l'area vicino al confine che de facto separa l'Abkhazia dai territori georgiani amministrati da Tbilisi. Durante le scorse elezioni avevano votato circa 12.000 persone residenti in quest'area, ma non avendo accettato di rinunciare al passaporto georgiano per ottenere quello abkhazo non hanno potuto votare secondo la nuova legge elettorale. Considerati i risultati delle scorse elezioni, sembra però che l'eventuale partecipazione dei georgiani attualmente residenti a Gali avrebbe comunque favorito l'incombente Bagapsh, la cui moglie è una georgiana originaria proprio di quell'area.

Tra gli "aventi diritto" non sono inoltre naturalmente inclusi gli oltre 200.000 georgiani che hanno dovuto abbandonare questi territori in seguito al conflitto di inizio anni '90. E infatti da Tbilisi arrivano commenti caustici riguardo alle elezioni in Abkhazia. "Il regime occupante, stabilitosi in territorio georgiano, sta preparando un altro show dal titolo 'elezioni presidenziali', in cui una creatura scelta da Mosca parecchio tempo fa, sarà annunciata 'presidente' di un regime controllato a distanza", ha dichiarato il ministro degli Esteri georgiano, Grigol Vashadze, in un comunicato, in cui si ricorda appunto che la maggior parte delle persone che abitavano in questa regione vent'anni fa non hanno potuto prender parte al voto. Il ministro per la Reintegrazione Temur Iakobashvili ha usato toni più moderati, commentando l'elezione alla televisione georgiana Rustavi 2 il 14 dicembre: "Penso che la persona più comoda a Mosca in questo momento sia stata confermata al suo posto. Spero anche che in qualche modo sia comodo anche per noi relazionarci con lui".

Vale la pena sottolineare che nel corso di queste elezioni, la Russia non si è sbilanciata esplicitamente a favore di alcun candidato, come invece era avvenuto in occasione delle presidenziali di cinque anni fa. In quel caso era stato l'attuale candidato Khadzhimba ad ottenere il supporto di Mosca, ma in seguito ad accuse di falsificazioni e prolungate proteste di piazza, durante le quali i sostenitori di Bagapsh hanno occupato le principali sedi amministrative della regione, Khadzhimba aveva infine accettato la ripetizione del voto in cambio dell'incarico di vice-presidente.

Nonostante Khadzhimba abbia ventilato la possibilità di contestare la vittoria di Bagapsh anche per le strade della de facto capitale Sukhumi, la maggior parte degli osservatori sono concordi nell'affermare che in questi giorni non si registra la tensione che si viveva in occasione del voto del 2004, e di questa opinione è lo stesso Khadzhimba. Se non ci saranno sorprese, sembra quindi che Bagapsh arriverà tranquillamente alla cerimonia di inaugurazione del 12 febbraio, che secondo quanto ha affermato il neo-eletto, sarà semplice e senza eccessi.


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