Comitato di Direzione SeeNet II, Sarajevo (Boris Vitlacil - Ucodep)

Una rete di Regioni italiane, Enti Locali del sud-est europeo e soggetti della società civile italiana uniscono le loro esperienze in un programma triennale. SeeNet II - South East Europe Network è il più esteso partenariato di cooperazione decentrata italo-balcanica

10/06/2010 -  Nicole CorritoreFrancesca Vanoni Sarajevo

“Le attività di questo vasto programma ci daranno la possibilità di perseguire il co-sviluppo mettendo in campo le energie di tutti i partner”. Enzo Brogi, consigliere della Regione Toscana, ha aperto così la prima riunione del Comitato di Direzione del Programma SeeNet II, tenutasi lo scorso 4 giugno a Sarajevo.

Circa cento persone, in rappresentanza degli enti locali coinvolti nel più ampio partenariato di cooperazione decentrata attualmente attivo, si sono riunite per dare il via al programma, approvare il piano di attività del primo anno e nominare gli organi di governo del partenariato.

Enzo Brogi consigliere Regione Toscana, Conferenza di Sarajevo SeeNet II

Enzo Brogi, consigliere Regione Toscana, durante l'incontro di Sarajevo

SeeNet II (South East Europe Network) è una rete di Regioni italiane, Enti Locali del sud-est europeo e soggetti della società civile italiana che uniscono le loro esperienze in un programma triennale di cooperazione decentrata, con l'obiettivo di rafforzare le capacità di governance e sviluppo locale nei Balcani Occidentali. Il programma mette in rete relazioni ed esperienze di cooperazione decentrata consolidate nell'ultimo decennio tra le due sponde dell'Adriatico e sostiene l'integrazione dei paesi dell'area nell'Unione europea attraverso azioni concrete.

Il Programma “SeeNet II una rete trans locale per la cooperazione tra Italia e Sud Est Europa”, che fa seguito al primo programma Seenet concluso nel 2006, mette in rete più di 60 partner. Guidato dalla Regione Toscana, co-finanziato dal ministero Affari Esteri italiano e dai 7 Enti Regionali italiani coinvolti (Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto e Provincia autonoma di Trento), coinvolge 47 Enti Locali di 7 paesi sud-est europei (Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia), e OXFAM ITALIA, ANCI, ERVET, INFORMEST, ALDA, CeSPI, e Osservatorio Balcani e Caucaso.

Una collaborazione tra Italia e sud-est Europa che ha le sue radici nei primi anni del dopoguerra, come sottolineato dall'Ambasciatore d'Italia, Raimondo De Cardona: “L'avvio di questo programma è il segnale della capacità di sforzi congiunti messi in campo dopo le divisioni nate con i conflitti degli anni '90”. Uno sforzo, ha aggiunto De Cardona, visibile anche nella prima conferenza dei Ministri degli Esteri - tenutosi a Sarajevo lo scorso 2 giugno - dove si è ribadita la volontà di rilanciare l'avvicinamento dei Balcani all'Ue.

Un accompagnamento verso la strada europea che Zlatan Mesić, consigliere per la Finanza e il bilancio del sindaco di Sarajevo – Stari Grad, ha caldeggiato nel suo discorso di benvenuto: “Il mio auspicio è che la rete SeeNet rafforzi i rapporti economici tra l'Italia e la Bosnia Erzegovina e che aiuti il nostro paese ad assumere maggior capacità nel presentare proposte progettuali a valere sui fondi europei di pre-adesione”.

Il costo complessivo del Programma triennale Seenet II è di 11.040.000 euro, di cui il 75%, pari a oltre 8 milioni di euro, finanziati dal Ministero italiano agli Affari esteri, mentre il restante 25% garantito dalle Regioni e Provincia autonoma coinvolte. Emanuela Benini, rappresentante dell'Unità Tecnica Centrale della direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo, ha a questo proposito rilevato l'importanza del progetto, sia dal punto di vista finanziario sia in termini di varietà dei soggetti coinvolti: “Il progetto SeeNet è il progetto più significativo del panorama della cooperazione decentrata italiana. Possiede inoltre una complessità di rete che permetterà a tutti di acquisire competenze e conoscenze nuove, nonché di fare un'approfondita analisi del grande significato che hanno i partenariati”.

Il programma prevede infatti un sistema di gestione capace di garantire, in tutte le sue fasi, un continuo e costante coinvolgimento dei diversi soggetti della rete, sia a livello politico che tecnico. Le particolarità del Programma sono state riassunte da Flavia Donati, del settore Attività Internazionali della Regione Toscana, a chiusura della seconda sessione di lavoro: “Definire un chiaro ruolo dei diversi soggetti coinvolti, stabilire un partenariato di qualità e sostenere il lavoro in rete rappresentano alcune delle specificità di questo programma”. Un partenariato tra Regioni ed Enti locali che ha una sua forza intrinseca e che dunque, secondo Donati, avrà possibilità di crescere ben oltre la conclusione dei tre anni di progetto.

La centralità dei rapporti di collaborazione tra enti decentrati delle due sponde adriatiche in funzione europea, è stata ribadita da Lara Scarpitta, della Delegazione dell'Ue in Bosnia Erzegovina: “Sono gli Enti Locali ad essere chiamati a realizzare le politiche europee; in questo senso la stessa Ue sta sostenendo il decentramento amministrativo in funzione dell'allargamento”. A questo proposito, ha ricordato Scarpitta, il Trattato di Lisbona prevede il rafforzamento della partecipazione democratica, offrendo agli Enti Locali maggiori competenze in base al principio di sussidiarietà.

Altre due sessioni di lavoro sono state dedicate alla nomina delle cariche dei diversi Organi di governo del partenariato, nonché alla presentazione ed approvazione dei Principi guida per la realizzazione delle azioni previste dal Programma SeeNet. Sono stati sviluppati, infatti, i criteri che guideranno la realizzazione delle singole azioni finanziate dal programma che dovranno essere basate su un impegno politico durevole dei soggetti coinvolti, sulla reciprocità, sull'innovazione e su un approccio multi-livello volto alla promozione del decentramento.

Nel corso del triennio, è prevista la realizzazione di 9 interventi che spaziano dalla valorizzazione del patrimonio culturale e del potenziale turistico, al sostegno alla piccola e media impresa; dallo sviluppo rurale, al rafforzamento delle politiche sociali e della pianificazione del territorio a livello locale.

I nove interventi, che verranno sviluppati in rete fra più partner e con una ricaduta diretta nei territori del sud-est Europa, si affiancano a quattro azioni trasversali a servizio dell'intera rete: istitutional-building, per rafforzare le capacità di governo, di pianificazione e di progettazione degli enti locali del sud-est Europa anche grazie all'accesso ai fondi comunitari; informazione e divulgazione, che produrrà notizie ed approfondimento sui contesti del sud-est Europa e sulle tematiche prioritarie del programma; ricerca policy oriented sui temi della governance locale nei Balcani; associazionismo tra Enti Locali del sud-est Europa, per rafforzare il ruolo delle associazioni dei Comuni dell'area alla luce del processo di decentramento in atto.

Una rete europea ambiziosa che, secondo Oriano Otocan, Assessore della Regione Istriana con delega alla Cooperazione internazionale e Integrazione europea, potrà consolidarsi e perfino ingrandirsi in futuro, intrecciando la sua esperienza con altre iniziative importanti come l'Euroregione Adriatica.

Sono cominciati tre anni di lavoro e sfide per la costruzione di un'Europa nuova e più allargata, perché 'il futuro europeo dei Balcani Occidentali', ribadito nel summit del 2 giugno, inizi subito.


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