Srebrenica - Nicole Corritore/OBCT

Srebrenica - Nicole Corritore/OBCT

A Srebrenica, in Bosnia Erzegovina, teatro del più grave genocidio nell'Europa contemporanea, è stato aperto un museo sul “fallimento della comunità internazionale”. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [22 febbraio 2017]

Sono stati inaugurati il 9 febbraio scorso un museo ed un'esposizione permanente dedicati al “fallimento della comunità internazionale” nel fermare il genocidio di Srebrenica, in Bosnia-Erzegovina. Il museo - parte del centro memoriale di Potočari - ha sede nell'ex fabbrica di batterie dove nel 1995 si trovava il comando del battaglione olandese della missione ONU “UNPROFOR”, il cui compito era difendere l' “area protetta” di Srebrenica.

L'11 luglio 1995 le truppe serbo-bosniache del generale Mladić conquistarono l'enclave: molti bosgnacchi tentarono la fuga nei boschi verso Tuzla, ma la maggior parte degli abitanti di Srebrenica chiese, senza ottenere, protezione alle truppe ONU olandesi.

Nonostante le assicurazioni fatte più volte alla popolazione, le truppe internazionali, dotate solo di armi leggere e senza copertura aerea, non furono infatti in grado di contrastare le operazioni delle truppe di Mladić che, dopo aver separato le donne dagli uomini, massacrarono più di 8mila di loro.

La vicenda, che rappresenta il più grave episodio di genocidio nell'Europa contemporanea, ha lasciato una lunga scia di polemiche e amarezza, soprattutto nei Paesi Bassi. Non a caso, il nuovo museo è stato finanziato soprattutto dal governo olandese.

In mostra fotografie inedite, materiale video e interviste ai militari del battaglione olandese così come a testimoni di quei tragici eventi. Per non dimenticare la tragedia, ma anche e soprattutto per riflettere sul fallimento della comunità internazionale, che può e deve imparare da quei drammatici giorni.

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto Testimony – Truth or Politics. The Concept of Testimony in the Commemoration of the Yugoslav Wars, coordinato dal CZKD (http://www.czkd.org/ ) e cofinanziato dal programma "Europa per i cittadini" dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.