Radovan Karadzic

Iniziata ieri all'Aja la fase finale del processo a Radovan Karadžić, ex leader dei serbi di Bosnia accusato di genocidio, pulizia etnica e crimini contro l'umanità. Il procuratore chiederà il carcere a vita. Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [30 settembre 2014]

Radovan Karadžić, leader dei serbi di Bosnia durante le guerre degli anni '90, è stato “l'elemento trainante” dei crimini che hanno accompagnato la pulizia etnica nel paese tra il 1992 e il 1995.

Questo il passaggio centrale dell'arringa di Alain Tieger Procuratore del Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia dell'Aja, con cui si è aperta la fase finale di un processo che dura ormai da cinque anni. Durante la lunga fase in aula, sono stati ascoltati centinaia di testimoni, esaminate decine di migliaia pagine di trascrizioni e vagliati migliaia di reperti.

Karadžić, che oggi ha 69 anni, è accusato di 11 capi d'accusa per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio commessi durante una guerra, quella in Bosnia, che ha causato circa 100mila morti e più di due milioni di profughi. Tra i crimini attribuiti a Karadžić, c'à anche la responsabilità per il massacro di Srebrenica, in cui nel 1995 furono trucidati circa 8mila uomini bosniaco-musulmani.

Karadžić latitante dal 1996 al 2008, quando venne arrestato a Belgrado, si difende da solo, e si è già dichiarato non colpevole. La procura ha già reso noto che chiederà la reclusione a vita per l'imputato, che dovrebbe prendere la parola per l'ultimo appello in propria difesa tra mercoledì e giovedì prossimi.

Per la lettura della sentenza, invece, bisognerà attendere ancora. Il verdetto, infatti, non dovrebbe arrivare prima della metà del 2015.



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