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Sale la preoccupazione in Bulgaria per il drastico aumento di richiedenti asilo politico registrati da inizio 2013, in arrivo soprattutto dalla Siria stremata dalla guerra civile. In caso di escalation militare, c'è chi teme un'ondata di arrivi difficile da gestire. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [3 settembre 2013]

 

La Bulgaria guarda con crescente preoccupazione alla crisi siriana, e teme di diventare la nuova porta d'ingresso all'Unione europea per migranti e richiedenti asilo in fuga dai conflitti regionali, quello siriano in testa. Secondo dati ufficiali nei primi sei mesi del 2013 1880 migranti hanno varcato le frontiere bulgare, rispetto ai 1380 relativi a tutto il 2012.

La maggior parte dei richiedenti asilo arrivano in Bulgaria dopo aver attraversato la Turchia. A partire da gennaio 740 profughi sono arrivati dalla Siria in guerra, altri 220 arrivano dall'Algeria, circa un centinaio da Iraq e Mali. Secondo il presidente Rosen Plevneliev, il flusso in arrivo è ancora limitato, ma “c'è grande preoccupazione rispetto al forte aumento percentuale del fenomeno”. A Sofia c'è chi parla apertamente della possibilità dell'arrivo di diecimila rifugiati in caso di escalation militare in Siria.

“Le nostre possibilità di accoglienza sono già esaurite, da qui in avanti entriamo in una situazione di emergenza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Tsvetlin Yovchev, che non ha nascosto la possibilità di una crisi umanitaria nel paese.

Il governo di Sofia ha creato una centrale operativa, vaglia la possibilità di richiedere aiuti a Bruxelles, ed ha annunciato l'apertura di un nuovo centro di raccolta per almeno 700 persone, da affiancare ai tre attualmente attivi. Una misura che alla luce della crisi siriana rischia però di rivelarsi largamente insufficiente.

Nel luglio scorso in uno dei centri di raccolta, quello di Pastrogor, si era scatenata una rivolta da parte dei migranti internati, accesa dalla densità sempre più alta all'interno del campo. Una situazione pesante, che rischia oggi di diventare esplosiva.

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