Un libro mi ha portata a Sarajevo
Può tornare come prima?
“Sarajevo è la città dei cimiteri” avevo letto… E’ vero, li vedi dappertutto, sulle colline, a cielo aperto, musulmani, cattolici, ebrei, ortodossi, separati o uniti nella morte… Ci passi per caso, non per scelta, perché sono ovunque in ogni parte della città. ‘92 è l’anno più ricorrente, è l’anno della guerra. Una guerra durata più di 1.000 giorni, 11.541morti, 1.560 bambini, solo a Sarajevo.
Mentre noi andavamo a scuola e poi al mare per le vacanze, in 3 lunghissimi anni a Sarajevo è sparita una generazione, la nostra. E allora penso che niente può tornare come prima. Che gli uomini e le donne di questa città non hanno più lacrime. E che il loro dolore si è solo assopito. Poi ti ricordi quella parola, “speranza”, e allora forse si, si può ricominciare a vivere. Ma non ne sono più sicura.