Giorgio Romagnoni 23 ottobre 2014

Mercoledì 22 ottobre 2014 il Parlamento europeo ha approvato il team di Juncker dopo le settimane di audizioni e di negoziati sui portfoli. La commissione comincerà il suo lavoro a partire dal prossimo 1° novembre

“Dopo un lungo iter democratico, oggi la mia squadra ha superato la linea del traguardo”, ha twittato con soddisfazione il nuovo presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker in inglese, tedesco e francese. L'ex premier lussemburghese è riuscito infatti ieri a superare lo scoglio del voto parlamentare.

L'approvazione dell'assemblea di Strasburgo era l'ultimo passo per i suoi 28 commissari designati prima di iniziare a lavorare, il 1° novembre 2014. In quella data, il team di Juncker entrerà negli uffici, che per gli ultimi dieci anni sono stati sotto la direzione del portoghese Josè Manuel Barroso e comincerà ad affrontare cinque anni di mandato alla guida dei dipartimenti della commissione.

Il Parlamento Europeo ha reso possibile il rispetto di questi tempi appoggiando Juncker con 423 voti favorevoli, 209 contrari e 67 astenuti. Sono quindi servite al loro scopo le due settimane di febbrile lavoro diplomatico per ricomporre il puzzle dei portfoli dopo la bocciatura di Alenka Bratušek durante la fase di audizioni parlamentari.

Violeta Bulc, altra slovena proposta dal governo Cerar, ha passato l'esame per la sua nomina ai trasporti; mentre nel frattempo lo slovacco Maroš Šefčovič è stato spostato all'energia, terreno lasciato libero dalla ex-premier di Lubiana.

Nella sua relazione che ha preceduto il voto Juncker ha promesso però ulteriori modifiche per rispondere a preoccupazioni espresse in sede di audizioni e per accontentare alcune richieste da parte dei suoi alleati di governo. In particolare, pare che si toglieranno le competenze per la cittadinanza al tanto criticato ungherese Tibor Navracsis, troppo vicino alla linea autoritaria del premier Orban.

Mentre il gruppo dei popolari festeggia, voci dalle opposizioni vedono i verdi poco convinti per le scelte fatte da Juncker; nel frattempo, un polemico Farage minaccia che questa “sarà l'ultima commissione a governare sulla Gran Bretagna”.

Nell'emisfero a sinistra del parlamento ci si dichiara invece preoccupati per l'assenza di un cambio di prospettiva testimoniato dal fatto che nessuno dei commissari designati durante le audizioni ha mai condannato come fallimentari le misure di austerità degli ultimi anni.

L'Alde, quale alleato a sostegno della commissione, ha invece scelto di mostrare nel suo sito le condizioni alla base dell'accordo raggiunto con Juncker dandosi una sorta di ruolo da watchdog. In modo simile il portavoce dei socialisti Gianni Pittella ha voluto ricordare a Juncker che “il lavoro comincia ora” e che i social-democratici saranno la voce della sua coscienza.

 

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