Giorgio Di Giuseppe 9 febbraio 2015

In un'intervista all'Agenzia stampa Hina Furio Radin, deputato della minoranza italiana al Parlamento croato, invita ad una commemorazione comune del dramma delle foibe. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Il 10 febbraio, giorno dedicato al ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, è una data che va rispettata, con dignità ed evitando politicizzazioni. In questo giorno vanno ricordate tutte quelle persone che hanno vissuto una grande ingiustizia e che sono state vittime di una tragedia provocata dalla guerra”.

Con queste parole, il deputato della minoranza italiana in Croazia e presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin, ha aperto la sua intervista, rilasciata all’agenzia Hina, prima di partire per Roma, confermando che: “Anche quest’anno parteciperò alla cerimonia organizzata alla Camera dei deputati alla presenza delle massime cariche dello Stato italiano, nonché dei rappresentanti delle associazioni degli esuli”.

Sull’ipotesi di organizzare una simile cerimonia anche in Croazia ha sottolineato: “Al momento nulla sta ad indicare che un qualcosa potrebbe essere organizzato anche in Croazia. Già nel 2001, ha aggiunto, avevo proposto che, ad esempio, anche per la Foiba di Vines, nei pressi di Albona, in Croazia, si proceda come fatto in Italia a Basovizza, dove la Foiba ha lo status di monumento nazionale, e dove viene reso ufficialmente omaggio alle vittime. Ma mentre i partigiani italiani hanno accettato le commemorazioni lo stesso non hanno fatto gli esponenti della Società dei combattenti antifascisti dell’Istria e così ad oggi in questo senso non sono stati fatti passi avanti. Oggi, però, quando sia l’Italia, sia la Slovenia sia la Croazia sono Paesi membri dell’UE e quindi appartengono alla stessa famiglia, si apre la possibilità di organizzare una cerimonia congiunta per ricordare la tragedia delle foibe e dell’esodo”.

“Ognuno dovrebbe ammettere i propri sbagli e si dovrebbe evitare ogni politicizzazione delle vittime”, ha proseguito Radin, aggiungendo che: “È insostenibile che i premier croati si rechino a Bleiburg e che allo stesso tempo le vittime delle foibe siano ignorate”. Radin ha poi concluso l’intervista rivolgendo un appello ai presidenti Mattarella, Grabar Kitarovic e Pahor affinché archivino definitivamente questa triste pagina di storia dando seguito al Concerto di Trieste del 2010 e alla dichiarazione congiunta di Pola del 2011, “per arrivare finalmente ad una commemorazione congiunta”.

Riguardo alle vittime delle foibe, rispondendo a una domanda della Hina, il ministero della Difesa croato ha reso noto di "non disporre di dati ufficiali sul numero. Abbiamo soltanto informazioni parziali e discordanti tra loro, che sono state raccolte delle associazioni della società civile o che derivano da ricerche fatte. Ad oggi non abbiamo ricevuto questi dati in sede di colloqui ufficiali della commissione per l’attuazione dell’Accordo tra il governo della Repubblica di Croazia e il governo della Repubblica Italiana sulla sistemazione delle sepolture di guerra Questo sarà sicuramente uno dei temi che affronteremo nei futuri colloqui".