Nicole Corritore 1 ottobre 2015

In una sala gremita è stata presentata ieri al Teatro Sociale di Trento la 18esima edizione del Festival internazionale dedicato al dialogo tra cinema e religioni. La proposta 2015 si snoda tra i poli del dubbio e della fede, con particolare attenzione a temi di forte attualità come migrazioni, diritti umani, relazioni di genere e impegno per la pace

Raggiunge la maggior età il Festival internazionale "Religion Today" promosso da Provincia di Trento, Regione Trentino-Alto Adige e Comune di Trento e che gode ogni anno della collaborazione di diverse realtà, non solo trentine. Un festival che da diciotto anni si impegna, attraverso il cinema, nella ricerca di percorsi di dialogo tra diverse religioni per una cultura di pace.

"Questioning God. Il dubbio e la fede" è il titolo scelto per l'edizione di quest'anno, che vedrà 55 film in concorso provenienti da 27 paesi, molti dei quali presentati in prima nazionale e alcuni in prima internazionale, con una forte presenza di opere realizzate in paesi mediorientali.

"Il tema del Festival 2015 è all'insegna della maturità: la giusta occasione per affrontare la riflessione, più che mai attuale, tra fede e dubbio". Katia Malatesta, direttrice artistica di Religion Today, ricorda così il cardine su cui si snoderanno gli appuntamenti culturali, non solo cinematografici, previsti tra il 9 e il 19 ottobre a Trento e provincia e successivamente, a Roma e Nomadelfia.

L'Assessore alla coesione territoriale della Provincia autonoma di Trento, Carlo Daldoss, ribadisce l'attualità del tema proposto, citando una frase di Papa Ratzinger: "Tanto il credente quanto l'incredulo, ognuno a suo modo, condividono dubbio e fede... Nessuno può sfuggire completamente al dubbio, ma nemmeno alla fede; per l'uno la fede si rende presente contro il dubbio, per l'altro attraverso il dubbio e sotto forma di dubbio". Aggiunge, inoltre: "E' un tema pienamente espresso dal Festival, ponendo provocazioni, spingendoci a metterci in gioco e a interrogarci sulle diversità".

"Anche la Bibbia" ricorda l'Arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, "pone interrogativi, per cui ciascuno è spinto a porsi delle domande. E le risposte sono varie, a volte in contrasto tra loro, perché esistono diversità che hanno la necessità di incontrarsi". Incontro, quindi conoscenza e comprensione dell'altro sono necessari perché, secondo Monsignor Bressan, senza coesione non può esserci vita comune.

"Un tema di stretta attualità" aggiunge Massimiliano Pilati, Presidente del Forum per la Pace di Trento, "in questi tempi in cui si parla molto di integralismi e di religioni". "In cui è importante", sottolinea, "riprendere i temi della convivenza, del dialogo e della trasformazione non violenta dei conflitti". Ecco perché il Forum partecipa quest'anno promuovendo nell'ambito del Festival il premio 'Peace & Human Rights' in memoria di Alexander Langer, nel ventennale della sua scomparsa: "Una persona che da questo punto di vista ha dato molto lungo tutta la sua vita. Un uomo che parlava della necessità di costruire ponti tra persone e culture, ma anche tra religioni".

Grazie alla collaborazione con il Forum Pace, è prevista la partecipazione all'inaugurazione del Festival della cantante araba-israeliana Mira Awad: cantautrice e attrice, attivista per la risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, è la protagonista del film in concorso "East – Jerusalem – West Jerusalem" che verrà proiettato la sera del 9 ottobre al Teatro San Marco. Mira Award parteciperà inoltre ad incontri con gli studenti di Trento e di Rovereto, realizzati grazie alla collaborazione con il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, l’associazione Pace per Gerusalemme Onlus e la Fondazione Opera Campana dei Caduti.

Accanto alla rassegna dedicata al cinema delle migrazioni - realizzata in collaborazione con il Cinformi - i 55 film in concorso seguono percorsi tematici legati al corpo, alle relazioni di genere, agli effetti delle guerra. Sulle ferite che lascia un crimine impunito, come quello del genocidio armeno, o un conflitto che provoca divisioni collettive e familiari, come quello della guerra in ex-Jugoslavia, è dedicato il pomeriggio dell'11 ottobre con le proiezioni di "Eclipse" del regista A. Yerniavak e di "Tito's glasses" di R. Schilling, presentate da Osservatorio Balcani e Caucaso.

Come ha sottolineato la direttrice Malatesta, è grazie ad una grande rete di collaborazioni con enti del territorio, che partecipano volontariamente per la riuscita del Festival, che si è definito il programma denso di quest'anno. Accanto alle proiezioni si terranno eventi speciali, percorsi per le scuole e un convegno internazionale su "Cinema e Diversità" che si svolgerà il 14 ottobre, in collaborazione con FBK-Isr e Trentino Film Festival.

Il Festival, ha ricordato Andrea Robol, Assessore alla cultura del Comune di Trento, "nasce e cresce nella città di Trento attraverso un percorso costellato di discussioni, dubbi e poche certezze, ma sempre con lo sguardo volto al futuro". Un Festival, ha concluso, che ha raggiunto ottimi risultati e che ha saputo tenere insieme diverse espressioni artistiche, coinvolgere tutto il territorio provinciale come quelle regionale e, quest'anno, la città di Roma e altri luoghi d'Italia.

I quattro premi principali - «Nello spirito della Fede», miglior film a soggetto, miglior documentario e miglior cortometraggio - saranno assegnati da una giuria internazionale di grande levatura, composta da: Reza Bahrami, regista, produttore e critico cinematografico iraniano; Serge Goriely, cineasta, drammaturgo e docente presso l'Università Cattolica di Louvain; Abdul-Rehman Malik, giornalista, educatore e direttore dell'Insight Film Festival di Manchester; Natalia Morales Herrera, attrice e regista colombiana direttrice del Fusagasugá International Film Festival; Ariela Piattelli, direttrice artistica del Pitigliani Kolno'a festival di Roma.