Zeljko Teofilovic (foto. G. Fassino)

A Srebrenica da cinque anni, padre Teofilovic parla delle diverse verità che esistono oggi a Srebrenica e della difficile situazione della comunità ortodossa locale

03/05/2005 -  Andrea RossiniLuka Zanoni

L'incontro con padre Zeljko Teofilovic non è semplice. Ci accoglie ricordando che i giornalisti hanno pregiudizi e sono interessati ad una sola verità su Srebrenica. Sediamo per diverso tempo nel suo studio per parlare e conoscerci prima di poter raccogliere una breve dichiarazione davanti alla telecamera e al microfono.

Il pope, che è a Srebrenica da 5 anni, ci parla della chiesa che amministra, della sua comunità e delle vittime serbe della guerra, ma preferisce non parlare della città e del suo stato attuale. Ci ricorda però la drammatica situazione in cui vivono gli sfollati serbi nei centri collettivi di Srebrenica, l'Hotel Domavija e il centro "Baratova".

E sottolinea amaramente che non ci sono relazioni di alcun tipo, né cooperazione, con la comunità islamica di Srebrenica, "perché religione e nazionalità si sono mescolate durante la guerra". "A Srebrenica - dice il pope - esistono due verità: quello che è successo tra il '92 e il '95, la distruzione di chiese e villaggi e le migliaia di vittime serbe, e la strage avvenuta nel '95, per la quale è stato edificato il Memoriale di Potocari. Ma anche noi abbiamo il nostro Memoriale, nel quale ogni 12 luglio ricordiamo le nostre vittime".

Alcune cartoline sulle pareti del suo ufficio celebrano il recente centenario della chiesa, fondata nel 1903. Il pope ci porta poi a visitare la chiesa. "Ci troviamo all'interno del tempio della Santissima Vergine della chiesa ortodossa serba di Srebrenica. La chiesa è stata costruita nel 1903, all'inizio del XX secolo" comincia lui "Nel periodo di questa ultima guerra, dal 1992 al 1995, è stata distrutta, bruciata e utilizzata come stalla per il bestiame. Il periodo della ricostruzione è durato quasi nove anni, dal 1995 fino alla fine del 2003".

La chiesa di Srebrenica (foto L. Zanoni)

Per ritornare in seguito alla storia recente di Srebrenica. "Per quanto riguarda la nostra missione, della Chiesa ortodossa serba a Srebrenica, nel territorio di questo comune, durante la scorsa guerra, sono stati uccisi circa 10 religiosi".

Poi una considerazione sulla situazione attuale nella quale vivono gli abitanti di Srebrenica, non solo quelli appartenenti alla comunità serba. "La nostra comunità qui, sia quelli di fede ortodossa che gli altri, vive in modo difficile, per motivi finanziari e in generale per l'indigenza causata dalla disoccupazione". Sono seguiti nuovi silenzi.

Vuole dirci qualcosa sulla situazione attuale di Srebrenica? "No, non c'è bisogno. Ci sono altre persone più esperte di statistiche... ".

Prima di accomiatarci ci racconta solo come la chiesa ortodossa intende ricordare le "proprie" vittime. "La Chiesa serba ortodossa ha avviato la costruzione di un tempio dedicato ai santi che proteggono i bambini nel territorio del comune di Srebrenica, si tratta di una chiesa-monumento intitolata alle vittime serbe uccise nel periodo che va dal 1992 al 1995. Ogni anno in concomitanza della festa degli apostoli S. Pietro e S. Paolo, nella nostra chiesa celebriamo le esequie delle vittime uccise da Naser Oric e dai suoi soldati".


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