per Sibila e Claudio (parte2)

tra i croati e i serbi esiste tanta gente che condanna senza appello le porcate e i crimini commessi dai loro leaders (e io sono uno di quelli, perchè per me Tudjman o Gotovina sono di tutto tranne che "eroi"blunk, mentre tra i bosniaci musulmani e i kosovari albanesi continua a pervadere solo ed esclusivamente l'autovittimismo e l'accusa agli altri (legittima, per carità, nessuno lo mette in dubbio) senza fare un minimo di autocritica. Caro il mio Claudio, quando affermi che i musulmani non sono mai stati secessionisti, i casi sono due: o sei completamente disinformato, oppure menti sapendo di mentire. Qui si parla sempre di Miloševic e di Tudjman (non certo due santi, per carità!), ma si tende sempre a dimenticare un certo ALIJA IZETBEGOVIC. Non so se lo sai, caro Claudio, ma l'ex-presidente bosniaco, tanto elogiato dall'Occidente per il suo finto senso democratico, era un soggetto che nel lontano 1970 pubblicò uno scritto intitolato "Dichiarazione islamica", in cui auspicava una nuova islamizzazione della popolazione bosniaca, un ritorno ai valori islamici dopo tanti anni di socialismo, e soprattutto la creazione di una comunità islamica unita "dal Marocco all'Indonesia". Addirittura, nel frontespizio della copertina veniva esplicitato che il nuovo motto doveva essere "credi e combatti". Ma il passo più esplicito recitava testualmente: "Non ci può essere pace o coesistenza tra la fede dell'Islam e la fede e le istituzioni non islamiche". Alija Izetbegovic, 1970. Questo e altri