La modalità di cooperazione del partenariato si sta affermando in più aree dei Balcani. La relazione tra territori italiani e kosovari invece sembra non essere ancora abbastanza forte, soprattutto a causa del difficile contesto istituzionale ed economico. Un'analisi

14/12/2006 -  Luca Lietti

Per relazione territoriale si intende un rapporto multi-livello tra territori, ovvero un rapporto che contempla diversi settori e soggetti, in un processo di coinvolgimento che nel lungo periodo diventa sempre più ampio e profondo.

Oggi le relazioni territoriali tra Italia e Kosovo sembrano essere ancora deboli soprattutto se confrontate con altre aree dei Balcani occidentali. A sette anni dalla fine del conflitto, nonostante le ingenti risorse impegnate, lo sviluppo dei rapporti di cooperazione non è ancora riuscito ad affrancarsi dalla dimensione emergenziale.

Non è raro che una solida relazione nasca sull'onda dell'intervento umanitario in situazioni di emergenza. Esempi di questo tipo si trovano soprattutto in Bosnia Erzegovina e Albania: in entrambi questi paesi, esaurita la spinta dell'emergenza, il rapporto si è arricchito di contenuti concretizzando la volontà degli enti locali di sviluppare una relazione di parternariato. A questo ha contribuito l'interesse dei molteplici attori economici e sociali ad allargare gli ambiti di cooperazione. Questo passaggio in Kosovo non è ancora avvenuto oppure si trova in una fase embrionale.

Il punto centrale di quest'analisi è sondare le capacità di sviluppo del partenariato in questa regione dei Balcani, analizzando le origini, le aree geografiche e i settori di intervento, la tipologia dei diversi attori italiani in Kosovo e le difficoltà che il contesto locale pone come ostacoli allo sviluppo delle relazioni territoriali.

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