27 agosto 2009

Sono più di una sessantina i giovani coinvolti dalle associazioni aderenti al Tavolo Trentino con il Kosovo, nella realizzazione dei progetti che si svolgeranno quest'estate fra Trento e la cittadina di Pec/Peja

Fonte: Provincia autonoma di Trento

Operatori e membri del centro giovanile coordinato dalla Cooperativa Arianna di Gardolo (Trento), associati del circolo fotografico "L'immagine" di Rovereto, volontari da tutta la Provincia di Trento aderenti all'associazione "Progetto Colomba", studenti di master trentini, operatori dell'associazione "Auto Mutuo Aiuto" di Trento e di altre realtà impegnate nel disagio. Sono oltre sessanta le persone che tra luglio e agosto passano le loro vacanze in modo "alternativo", all'interno dei progetti del "Tavolo Trentino con il Kossovo", impegnandosi in progetti diversi a Trento o nella cittadina kosovara di Peja/Pec, da dieci anni ormai gemellata con la Provincia autonoma di Trento.

Un'amicizia, questa, nata nell'immediato dopoguerra, proseguita poi nell'accompagnare la rinascita, lenta e difficile, di quelle terre, e sostenuta con convinzione anche dall'assessorato alla solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento. Un'amicizia che prosegue, anche perché alle case ricostruite deve accompagnarsi una piena ricostruzione sociale e culturale, in particolare per quanto riguarda la convivenza tra serbi e albanesi, che oggi vivono quasi del tutto separati. Di ciò si occupa il "Tavolo Trentino con il Kossovo", promosso dalla Provincia di Trento assieme a numerose associazioni e gruppi di volontariato locale, che realizzano anche programmi di scambi estivi giovanili.

Durante la conferenza stampa - da www.provincia.tn.it

Ad illustrare, lo scorso 14 agosto a Trento in conferenza stampa, le esperienze realizzate in queste settimane dai giovani trentini il presidente dell'associazione Trentino con il Kossovo Mauro Cereghini, il coordinatore della cooperativa Arianna di Gardolo Maurizio Camin, e due dei partecipanti ai soggiorni in Kosovo, nella cittadina di Pec-Peja, Marco Oberosler, impegnato anche con il progetto Prijedor (dal nome del comune bosniaco in cui si realizza) e Marco Volpato, studente della Facoltà di Ingegneria ambientale dell'Università degli studi di Trento.

Durante questi soggiorni vengono realizzate molte attività: attività culturali, di formazione, di studio e di ricerca, molte delle quali aventi come punto di riferimento il centro giovanile "Zoom" di Pec-Peja, ma anche, naturalmente, attività che mettono al centro i temi della convivenza e della costruzione della pace. E non potrebbe essere altrimenti in un paese dove la maggioranza della popolazione, albanese, sta cercando assieme alla minoranza serba e alle molte comunità rom presenti al suo interno, la strada di una convivenza ancora faticosa ma possibile. Un paese che soffre anch'esso, al pari di altri, degli effetti della crisi economica mondiale, e dal quale molti vogliono emigrare: ma in cui tanti giovani, come è stato raccontato stamani, proprio a causa delle difficoltà che devono affrontare giorno dopo giorno si sentono tanto più motivati a restare, e a impegnarsi per costruire un futuro fatto di democrazia, di lavoro, di legalità, di apertura verso il mondo.

Putroppo questo impegno fatica a rendersi visibile. Lo prova ad esempio una delle attività realizzate dai giovani - trentini e kosovari - del "centro Zoom" (costruito anche con il contributo della Provincia autonoma di Trento-assessorato alla solidarietà internazionale); una ricerca su come i media raffigurano la realtà giovanile, in Kosovo e in Italia, dalla quale emergerebbe che solo il 3% delle notizie riguardano i giovani, concentrandosi soprattutto su fatti riguardanti la "tragressione" (abuso di alcol e simili).

Come sintetizzare il senso di un impegno che coinvolge - da oltre dieci anni - il Trentino nel suo insieme, con le istituzioni provinciali, il mondo delle associazioni, l'Università di Trento, il mondo della scuola? "La nostra presenza a Pec-Peja, così come in altre realtà dei Balcani, è importante perché incoraggia i giovani del Kosovo a mantenere accesa la fiamma della speranza - ha detto uno dei protagonisti di questi scambi, che proseguiranno peraltro anche dopo la fine dell'estate - ; ma vedere l'impegno con cui i kosovari si impegnano per costruire percorsi di convivenza e di riconciliazione è una grande lezione anche per noi. Rappresenta un antidoto, un vaccino contro l'intolleranza e l'odio verso ciò che è diverso. Una grande lezione di vita."

Scheda - L'impegno delle associazioni trentine in Kossovo per l'estate 2009

Ad aprire i viaggi estivi in Kossovo quindici tra giovani e operatori della "Cooperativa sociale Arianna" di Gardolo, in Kosovo dal 23 luglio al 1 agosto. Hanno proseguito un rapporto iniziato già da alcuni anni con il centro giovanile "Zoom" di Pec-Peja. Una settimana di scambi, giochi e conoscenza reciproca, che proseguirà con visite periodiche durante tutto l'anno. Già a settembre ad esempio, dal 22 al 28 alcuni giovani del centro "Zoom" saranno a Rovereto per partecipare, insieme a loro omologhi trentini al progetto "Grandangolo" di Educa, promossa dal consorzio delle cooperative sociali trentine Consolida. Negli stessi giorni anche tre operatori del centro giovanile kosovaro saranno presenti in Trentino per un periodo di formazione e scambio presso la "Cooperativa Arianna" e altre realtà giovanili del territorio.

Da domenica 9 fino al 28 agosto sono poi a Peja/Pec quattro membri del Circolo l'Immagine di Rovereto, per un workshop fotografico con giovani kosovari serbi e albanesi del posto. Sarà un lavoro che oltre a insegnare l'uso di tecniche nuove agli amici kosovari, servirà anche per costruire una mostra fotografica per raccontare i dieci anni di impegno trentino in questa zona dei Balcani. Una mostra che da novembre girerà la Provincia di Trento, per rendere visibile l'impegno costante di associazioni ed enti locali del territorio.

Dal 10 al 22 agosto a Peja/Pec si è svolto inoltre il campo di volontariato dell' "Associazione Progetto Colomba", rivolto in particolare al quartiere cittadino di Shta Statore, abitato in prevalenza da rom. Animazione, integrazione e pre-scolarizzazione sono gli obiettivi dei dieci giovani, provenienti in particolare dal roveretano. Si preparano durante tutto l'anno, anche con raccolte fondi per pagarsi il costo del viaggio, con un impegno che si ripete ormai dal 2007 e che sempre più si sta configurando come uno scambio con un gruppo di volontari kosovari impegnati nell'animazione del quartiere.

Altre iniziative dell'estate sono stati uno scambio giovanile a Peja/Pec tra Bosnia Erzegovina, Kosovo ed Italia, promosso dal 2 al 7 agosto dal "Tavolo Trentino con il Kosovo" insieme all' "Associazione Progetto Prijedor" ed alla "Fondazione Alexander Langer" dal titolo "Voci dai Balcani", momento di incontro sul tema della convivenza. E poi una missione di formazione a Trento prevista nella seconda metà del mese di agosto per due operatori dell'associazione kosovara "Auto Mutuo Aiuto", in collaborazione con l'omologa associazione di Trento ed altre realtà del privato e pubblico sociale.

Infine, si è concluso a fine giugno lo stage di 3 mesi a Peja/Pec di uno studente della Facoltà di Ingegneria Ambientale di Trento sul tema della gestione della risorsa acqua, l'inquinamento e la sensibilizzazione della popolazione giovanile. Dall'8 luglio al 15 agosto ha soggiornato a Peja/Pec uno studente del "Master di Tourism Management" di Trentino School of management per uno stage sulla gestione di un progetto di sviluppo turistico in ambito di post-conflitto. Gli scambi estivi si concluderanno con la partenza il prossimo 7 settembre di una studentessa del "Master in Peacebuilding and Conflict Resolution" dell'Università di Trento, che per 5 mesi sarà impegnata tra Peja/Pec e Trento con uno stage sull'elaborazione e trasformazione del conflitto.