8 giugno 2007

L'assessore alla cooperazione della Regione Toscana si dichiara critico sull'impostazione delle proposte di riforma della cooperazione. Mancano concetti moderni e il riconoscimento del ruolo degli enti locali

Fonte: Il Velino

Sono critiche sostanziali quelle che giungono dall'assessore toscano alla Cooperazione, Massimo Toschi, alle proposte giunte in commissione Esteri del Senato sulla riforma della legge di cooperazione allo sviluppo. "A eccezione del ddl delega presentato dal governo i testi di riforma in discussione al Senato hanno una struttura farraginosa, composta da quasi 30 articoli. Evidentemente - sottolinea l'assessore toscano - si sono fatti dare tutti una mano dai propri funzionari del ministero degli Esteri". Toschi non usa mezzi termini per sottolineare come ci troviamo di fronte a un disordine caratterizzato dalla mancanza di concetti che puntino alla modernizzazione del sistema cooperazione. "Le proposte di legge non guardano avanti - ha proseguito -. Non bisogna coprire il passato, ma bisogna guardare al futuro della cooperazione". Le accuse di Toschi sono anche nei termini utilizzati, a suo parere troppo antiquati.

La cooperazione negli ultimi mesi ha fatto passi da gigante, andando a occupare un ruolo mai toccato prima. L'assessore regionale parla del Libano, dove il ruolo dell'Italia è andato ben oltre il normale aiuto post-conflitto. Al punto che si chiede: "Si tratta solo di cooperazione oppure il discorso è più ampio?". Quello che sta compiendo la cooperazione italiana nel paese dei Cedri è un ruolo che punta alla pacificazione sociale, attraverso strumenti che la stessa cooperazione conosce meglio. Qui il ruolo del partenariato è fondamentale. Meno felice è stata l'esperienza nei Balcani, dove, secondo Toschi, è mancato un lavoro di ricomposizione della società.

Se una critica va lanciata al testo del governo, questa è legata al ruolo degli enti locali e della cooperazione decentrata. "L'articolo uno del ddl delega - spiega Toschi - deve avere più respiro, e il ruolo degli enti locali deve essere maggiormente delineato. Perché il sistema Italia ha la necessità di giocare tutte le sue carte". Stesse critiche, ma più marcate, vanno ai testi presentati dall'opposizione parlamentare che, secondo l'assessore toscano, non toccano il ruolo della cooperazione decentrata.

Anche il principio del condizionamento, che è tema di attenzione da parte di tanti paesi donatori del Nord del pianeta, è un errore. "Se si consegnano gli aiuti solamente a quei paesi che rispettano i diritti umani, il rischio a cui si va incontro è di regalare il paese ai dittatori. È difficile stabilire se nelle vene scorre sangue pulito oppure sporco". Per Toschi la cooperazione non serve a legittimare i governi, ma a porre le basi per un dialogo che porti alla pacificazione.

L'assessore toscano condivide "in modo netto" la scelta del ddl delega di adottare un'Agenzia. "Noi crediamo in questo strumento - afferma -, al punto che puntiamo a un'Agenzia regionale. Tema su cui in Toscana c'è stato grande dibattito". Altri testi di legge, secondo Toschi, si complicano la vita appesantendosi di comitati, Cipe e quant'altro. "La cooperazione è un processo dinamico - conclude -, e la realtà corre molto più veloce di noi. In questo contesto servono strumenti agili".