16 marzo 2009

Una mostra fotografica e un incontro pubblico per riflettere sul presente di un'area dei Balcani che fatica ad avviare uno stabile processo di pacificazione. Prossimamente a Milano su iniziativa, tra gli altri, di Provincia di Milano, IPSIA e Annaviva

Fonte: Associazione Annaviva e IPSIA

Il 18 marzo si inaugura a Milano la mostra fotografica di Francesca H. Mancini. "Quel che resta" in Serbia e Kosovo 2007-2008, su organizzazione di Provincia di Milano, Casa della Pace, Cgil Lombardia, Annaviva, Ipsia Milano/Acli. Al vernissage si accompagnerà un dibattito con inizio alle ore 19.00 a cui parteciperanno Irma Dioli - assessora alla Pace della Provincia di Milano, Nino Baseotto - segretario generale Cgil Lombardia, Silvia Maraone - presidente Ipsia Milano, Andrea Riscassi - giornalista Rai.

È come la mattina dopo la sbornia, mal di testa insopportabile e problemi tutt'altro che risolti. Dopo l'ubriacatura nazionalista, Kosovo e Serbia si sono risvegliate con gli stessi guai di prima, forse di più. Per questo le foto della mostra parlano della pacificazione, ma soprattutto spiegano la crisi che lacera sia il Kosovo indipendente sia la Serbia del dopo Milošević: raccontano chi pacificazione e crisi le vive ogni giorno, da dieci anni.

C'è una sposa affacciata a una finestra, ha una pistola sul davanzale: va verso il futuro, certo, ma ci va armata. La gente comune ha bandiere sopra la testa: l'aquila bicefala alcuni, il tricolore altri. Ma a guardarla dentro le foto, questa gente ha altro a cui pensare, quasi sempre. Ha attraversato un decennio di pace simulata, di povertà. E quel che rimane è un gran mal di testa, e più problemi di prima. Eppure gli sguardi sono coraggiosi, sereni. Perché quel che resta è una famiglia che aspetta un treno che li porti verso la pace, verso l'Europa.

Quel che resta sono le operaie della Zastava, che sognano di tornare a produrre auto. Quel che resta sono due bambini che marciano abbracciati, segno di una fratellanza che il nazionalismo non ha infranto, non ancora. A pagare le guerre e i nazionalismi è sempre la gente comune. E in ogni foto c'è la fierezza di chi non ha debiti con la storia. Perché in questa parte del mondo, forse, tutti hanno versato l'intero prezzo.

Francesca H. Mancini e' nata a Roma nel 1974. Nel 1999 comincia la sua formazione di fotografa all'ISF di Roma e realizza i suoi primi reportage. Entra in Kosovo e documenta il paese lacerato dalla guerra. Segue la migrazione dall'Est verso l'Italia. Nel 2001 realizza un reportage sull'inquinamento a Dhaka, Bangladesh. Completati gli studi di fotografia, dal 2002 al 2006 lavora per diverse agenzie di news e pubblica sui principali quotidiani e periodici nazionali. Nel 2007 viaggia tra il Kosovo e la Serbia, racconta la situazione sociopolitica del dopoguerra nella regione e le tensioni nate dall'indipendenza del Kosovo. Le sue foto sono state premiate dal M.I.L.K. Photos. Ha esposto a Roma, Londra e New York. Dal 2009 e' rappresentata dall'agenzia Prospekt di Milano.

Si veda il programma dettagliato nella sezione appuntamenti.