21 febbraio 2013
Lavorazione di piccoli frutti, Cooperativa Zajedno - foto di © Mario Boccia

La Cooperativa agricola Zajedno-Insieme di Bratunac, in Bosnia Erzegovina, sarà al centro di un progetto di cooperazione finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia che vede il coinvolgimento di molti soggetti italiani, con la Provincia di Gorizia capofila

Fonte: Tenda per la Pace e i diritti

Avviato il progetto "Form@InNova", finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con capofila la Provincia di Gorizia, partner ADL Zavidovici, IRES FVG, Tenda per la Pace e i Diritti, Kallipolis, Università East Sarajevo e con soggetto beneficiario la Cooperativa ZZ Insieme di Bratunac (BiH). L’obiettivo è quello di promuovere e valorizzare i sistemi produttivi dell'area di Bratunac,  incentivando la partecipazione della comunità locale al processo di sviluppo economico.

Dal punto di vista produttivo, Bratunac è una grande area agricola, distesa tra la riva della Drina e le colline che segnano il confine occidentale del Comune con la Serbia, frazionata in piccoli appezzamenti a gestione familiare, tra i 1.000 e i 3.000 metri quadrati. I terreni sono principalmente destinati alla coltivazione di lamponi e di altri piccoli frutti (more, mirtilli, fragole), anche se non mancano gli orti per il consumo familiare e piccoli pascoli per bovini e ovini. Il Comune si trova ad un'altezza di circa 200-550 metri sul livello del mare, ed il clima è favorevole alla coltivazione dei piccoli frutti (inverni miti, piovosità adeguata, temperature medie estive attorno ai 25°C).

Durante la guerra l'area, confinante con la città di Srebrenica - tristemente conosciuta per il massacro del 1995 - è stata teatro di duri scontri tra musulmani e serbo-bosniaci, provocando l'esodo di un gran numero di civili. Nel maggio 2003, nelle difficili condizioni della ripresa della vita e del ritorno a casa dei profughi, dalla tenace volontà di 10 persone, poi divenute i soci fondatori, nasce a Bratunac la Cooperativa sociale agricola Zajedno-Insieme. Finalità dei soci fondatori era offrire, alla popolazione locale, un’occasione concreta per la ripresa di una vita normale, sia da un punto di vista economico che da un punto di vista sociale.

La scelta fu quella di rilanciare l’economia rurale attraverso metodi di produzione moderni ed ecosostenibili, riattivando la coltivazione dei piccoli frutti, che in quel territorio e in quel
contesto è strategica per diversi motivi:

- rientra tra le coltivazioni tradizionali dell'area;

- non richiede grande forza fisica e così può essere praticata anche dalle donne sole e dalle famiglie con membri in età avanzata (la maggior parte degli uomini – oltre 10.000 persone - è stata uccisa nel massacro di Srebrenica);

- non necessita di grossi investimenti e ciò permette anche ad una piccola famiglia di diventare economicamente autonoma.

Oggi la Cooperativa Insieme sostiene 588 soci - produttori nella fase di produzione e si occupa direttamente della raccolta, della surgelazione, della trasformazione e della vendita dei frutti. Il progetto intende potenziare questa realtà economica ed offrire ai soci produttori strumenti per accrescere quanto costruito fino ad oggi. Un impegno che ha portato i prodotti della Cooperativa a far parte della rete dei prodotti equo e solidali venduti nei negozi "L'Altromercato".

Le principali azioni del progetto riguarderanno:

- adeguamento della struttura della Cooperativa Insieme rispetto alle normative europee con relativa acquisizione delle certificazioni di qualità, conformità e sicurezza per il settore agro-alimentare;

- realizzazione di percorsi formativi a sostegno dei soci produttori di piccoli frutti rispetto a tecniche e organizzazione della produzione con relativa analisi dei fabbisogni formativi del territorio attraverso la realizzazione di corsi e seminari sull’imprenditorialità sociale rivolti alle persone residenti nell’area di progetto;

- organizzazione di dati e informazioni elaborata da uno stagista dell’università di East Sarajevo al fine di predisporre un piano d’analisi aziendale e redigere un piano di rilancio della Cooperativa attraverso gli strumenti di affiancamento, consulenza e tutoring alla dirigenza aziendale;

- creare occasioni di informazione e formazione indirizzate a studenti, giovani e adulti del FVG, attraverso la realizzazione di laboratori sui temi dell’interculturalità e della solidarietà e attività di sensibilizzazione attraverso i canali tradizionali d’incontro e telematici.

Un progetto per dare ancor maggior forza ad una cooperativa nata dieci anni fa per iniziativa di poche donne e che oggi conta 400 soci. E che, grazie al sostegno di tutti i soggetti della società civile italiana che l'ha sostenuta, da due mesi vede le sue marmellate e i suoi succhi in vendita nella rete dell'Altromercato.