25 luglio 2011
Attesa alla fermata del bus

Il Senato ha annunciato di stralciare dal ddl di proroga delle missioni internazionali gli articoli che avrebbero paralizzato il sistema della cooperazione. E' il risultato dell'allarme lanciato dal terzo settore nei giorni scorsi. I due articoli avrebbero cancellato la copertura previdenziale ed assicurativa di volontari e cooperanti, rendendone impossibile l'invio nei teatri di crisi all’estero. Domani la discussione finale a Palazzo Madama

Fonte: Nonprofit on-line

L'Aula del Senato nella seduta di mercoledì 20 luglio ha avviato la discussione del Decreto-legge 12 luglio 2011 n. 107, recante proroga di missioni internazionali (ddl 2824). Le Commissioni Affari Esteri e Difesa hanno annunciato lo stralcio dal Decreto Missioni dei tanto discussi commi 14 e 15 dell’art. 3, che avrebbero paralizzato il sistema della cooperazione internazionale, non assicurando copertura previdenziale ed assicurativa, e rendendo così impossibile l’invio di volontari e cooperanti nei teatri di crisi all’estero. Inoltre è stato migliorato lo stesso decreto aumentando i fondi per la componete civile della cooperazione.

Si tratta quindi di una prima importante vittoria del terzo settore e in particolare di quelle Ong che nei giorni scorsi si erano subito mobilitate, lanciando allarmi e appelli a tutte le forze politiche affinchè venissero aperti dei tavoli di confronto con le parti interessate e i due famigerati commi 14 e 15 dell'art. 3 fossero ritirati.
La votazione degli emendamenti proposti è stata rinviata al prossimo martedì 26 luglio: quindi la questione resta ancora aperta finchè l'iter del Decreto legge non sarà concluso (passando prima all'Aula del Senato e poi alla Camera).

Francesco Petrelli, Presidente dell’Associazione delle ONG Italiane, in un comunicato stampa diramato lo scroso 22 luglio, ha espresso grande soddisfazione per il successo della mobilitazione e della forte pressione esercitata dal mondo della cooperazione: "Abbiamo evitato che in pieno Anno europeo del volontariato il governo colpisse, con queste norme introdotte surrettiziamente, volontari e cooperanti che fanno onore al nostro Paese e con il loro impegno solidale sono garanti - in alcune realtà gli unici garanti - della sua credibilità e del suo ruolo internazionale. Adesso dobbiamo assicurarci che non vi siano nuove sorprese negative nei prossimi passaggi parlamentari e tenere alta l’attenzione, continuando ad appellarci alla libera decisione del Parlamento, dei deputati e dei senatori per salvaguardare questa grande storia di cittadini attivi e responsabili che operano per contribuire a costruire con la cooperazione, la solidarietà e la pace il nostro futuro comune".

Anche il CINI (il Coordinamento Italiano dei Network internazionali costituito da ActionAid, Amref, Save the Children, Terre des hommes, VIS, World Vision e WWF) ha accolto con grande entusiasmo questo primo importante risultato. "Grazie alla rapida e compatta mobilitazione di tutte le reti di Ong e all’impegno di alcuni dei parlamentari più sensibili alla tematica - ha dichiarato Maria Egizia Petroccione, Coordinatrice del CINI - è stata fermata un’iniziativa deleteria sia nel contenuto che nel metodo con la quale si disarticolava la normativa sulla cooperazione allo sviluppo in maniera selettiva e unilaterale". Anche le Ong del CINI continueranno a monitorare l’iter del Decreto e si impegneranno affinché il Parlamento decida un aumento sostanziale delle risorse per la cooperazione civile che in questo Decreto hanno toccato il minimo storico, arrivando quasi a scomparire completamente.