27 settembre 2007

Formigoni: ONG e imprese sono i veri protagonisti delle relazioni internazionali nel tempo della globalizzazione. Il governatore lombardo sostiene l'idea della diplomazia diffusa in opposizione alla costituenda Agenzia per la cooperazione allo sviluppo

Fonte: AISE

Nuove forme di relazioni internazionali nell'era della globalizzazione ed un sistema di di relazioni internazionali "a rete" in cui siano riconosciuti come co-protagonisti, oltre agli Stati, i mondi della cultura, dell'economia, della cooperazione e le diverse realtà istituzionali sub-nazionali, in particolare le Regioni. Questi i concetti chiave dell'intervento presentato dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al convegno "Le relazioni internazionali delle Regioni europee" organizzato da ISPI e Regione Lombardia a Palazzo Clerici lo scorso 25 settembre e al quale sono intervenuti, tra gli altri: Franco Bassanini, Presidente Astrid e già ministro della Funzione Pubblica e degli Affari Regionali; Emma Bonino, ministro per il Commercio Internazionale e le Politiche Europee; Willi Staëchele, ministro per gli Affari Europei del Baden-Württemberg.

Formigoni ha sottolineato che l'esperienza lombarda "ha dato il via a una sorta di diplomacy in work", un complesso di iniziative ben raccordate "con ciò che caratterizza nel profondo la realtà lombarda", una "diplomazia diffusa" che rappresenta un fondamentale "contributo per la competitività del nostro Paese" e anche un contributo alla politica estera nazionale.

Il fatto è che oggi "prima che attraverso lo Stato e le Istituzioni, le relazioni internazionali passano attraverso la società e l'economia" ed è proprio per questo che "Regione Lombardia ha assunto come cuore della propria azione il servizio alla società, all'economia e alla cultura", accompagnandole nelle sfide internazionali.

Formigoni ha proposto dunque di fare sistema, di sviluppare "una leale e adeguata collaborazione tra i diversi livelli istituzionali". E ha citato come assai positiva la collaborazione tra Regione Lombardia e Ministero per il Commercio estero, con due accordi di programma valsi dal 1999 a oggi 13 milioni per 200 progetti. "È da rifiutare - ha affermato il presidente lombardo - ogni logica centralista: è invece tempo che abbiano piena fioritura i germi innovativi introdotti nella Costituzione italiana e in quella europea".

Per il settore della cooperazione la Regione Lombardia ha riconosciuto le ONG e i soggetti della società civile come i primi attori della cooperazione e incoraggiato il coinvolgimento del mondo imprenditoriale. "La cooperazione allo sviluppo", ha dichiarato Formigoni, "non può più essere infatti concepita come una forma di elemosina. Si tratta invece di sostenere i Paesi che patiscono squilibri investendo innanzitutto sul miglioramento del capitale umano e delle strutture istituzionali e sociali".

Il presidente Formigoni ha spiegato che in Lombardia ciò si è concretizzato, ad esempio, nel trasferimento di know-how per la riforma amministrativa realizzate in Perù, nei programmi di cooperazione sanitaria sviluppati in Brasile, nei progetti di cooperazione economica in Africa, nella modalità di aiuto di emergenza alle zone colpite dallo tsunami.

"Occorre dunque una legislazione nuova", ha ribadito il presidente lombardo. Infatti, la Regione, ha una propria legge regionale sulla cooperazione fondata sul principio di sussidiarietà, con almeno tre quarti della spesa destinati ai progetti delle ONG. Sul piano nazionale "contrariamente a quanto avvenuto finora, deve emergere un disegno di legge nazionale capace di riconoscere il ruolo centrale dei soggetti sociali, delle associazioni, delle ONG nel settore della cooperazione. La costituenda Agenzia per la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà internazionale, per come è stata pensata, diventerebbe di fatto l'unico vero attore pubblico in materia, in grado di raccogliere e gestire le risorse di tutti, invece di essere strumento per rendere efficiente un sistema pressochè paralizzato da tempi biblici di istruttoria e dal mai chiarito rapporto tra diversi Ministeri e competenze".