25 ottobre 2010

La casa editrice italiana di Rovereto, Zandonai Editore, sarà a Belgrado il 26 ottobre per ritirare il premio 'Dositelj Obradović', presso la Fiera Internazionale del Libro. Il riconoscimento è stato assegnato alla Zandonai per aver sostenuto con grande impegno la pubblicazione di autori serbi all'estero

Fonte: Zandonai Editore

Elaborazione di Osservatorio Balcani e Caucaso

 La casa editrice italiana con sede in Provincia di Trento, Zandonai Editore, ha vinto il premio Dositej Obradović, riconoscimento ufficiale assegnato ogni anno all’editore che ha maggiormente contribuito alla conoscenza della letteratura serba contemporanea all’estero. Saranno a Belgrado per ritirare il premio Giuliano Geri - responsabile di Zandonai per la letteratura serba e l'editrice Emanuela Zandonai.

Il premio Dositej Obradović è stato fondato nel 2007 dalla Fondazione Dositej Obradović in collaborazione con il ministero della Cultura della Repubblica di Serbia e dalla Fiera del Libro di Belgrado per incentivare la traduzione e la pubblicazione di opere letterarie serbe.

La premiazione avrà luogo martedì 26 Ottobre nell’ambito della Fiera Internazionale del Libro di Belgrado, che si svolge da oggi, 25 ottobre, al prossimo 30 ottobre nella sede della Fiera di Belgrado in Bulevard Vojvode Mišića 14. La motivazione ufficiale del premio sul sito della Fiera di Belgrado cita: "Il premio va alla Zandonai editore, casa editrice italiana con sede a Rovereto, fondata nel 2007, orientata a pubblicare autori europei e della regione balcanica. Ha dedicato particolare attenzione ad autori serbi, traducendone le opere e rendendo possibile ai lettori stranieri di avvicinarsi ad essi. Questa casa editrice ha il merito di essersi impegnata a presentare la letteratura nazionale serba in tutto il suo valore".

L’attenzione di Zandonai Editore per la scena letteraria serba ha portato, a partire dal 2008, alla pubblicazione delle principali opere dei più importanti scrittori del panorama contemporaneo.

Il più rappresentativo di questi è senz’altro David Albahari: cresciuto a Zemun, alle porte di Belgrado, successivamente emigrato nel 1993 in Canada, è tra degli scrittori più tradotti e apprezzati in tutta Europa. La prima opera di Albahari pubblicata da Zandonai è L’esca, in cui si racconta l’esperienza, in gran parte autobiografica, di uno scrittore emigrato alle prese con la propria identità, con la propria lingua madre e con la propria famiglia. «Se capisci quello che succede all’interno della tua famiglia, capirai quello che succede nel mondo» scrive Albahari e il nucleo famigliare è uno dei temi ricorrenti dei suoi libri, come in Zink, dove racconta in modo poetico il momento doloroso della perdita del padre.

Il terzo romanzo di Albahari pubblicato da Zandonai è Ludwig, in libreria da inizio settembre: uno scrittore paranoico ossessionato dal plagio di un suo romanzo mai scritto diventa allo stesso tempo un tango della gelosia e un grottesco e divertente ritratto di Belgrado, capitale che anela a un riconoscimento e a una grandezza internazionali ma allo stesso tempo rimane invischiata in minuscole liti provinciali.

Belgrado è anche la vera protagonista di Serbia Hardcore, un bestseller del catalogo Zandonai, in cui Dušan Velicković -voce caparbiamente indipendente, attualmente corrispondente da Belgrado per IlSole24Ore- racconta in uno stile diretto e sarcastico i tragici giorni dei bombardamenti Nato su Belgrado. La freschezza e l’immediatezza dello stile hanno senz’altro contribuito alla grande diffusione di questo titolo, che può essere allo stesso tempo letto come una introduzione, intelligente e provocatoria, alla situazione politica della Serbia di oggi.

Altro autore di punta è Dragan Velikić, autore tra i più letti e apprezzati in patria, di cui Zandonai ha pubblicato il romanzo d’esordio, Via Pola, che Claudio Magris ha definito “un romanzo dallo stile travolgente ed eccessivo”.

Si colloca invece decisamente fuori dal tempo Il principe del fuoco di Filip David, a suo tempo sceneggiatore del film La polveriera di Goran Paskaljević, in cui raccoglie una serie di storie intrise di mistero e di esoterismo ebraico, come un incrocio tra atmosfere kafkiane e gli specchi di Borges.

Ultima nota infine per uno dei grandi scrittori del Novecento europeo, Aleksandar Tišma, di cui Zandonai ha coraggiosamente dato alle stampe Kapò, uno dei romanzi più estremi sulla Shoah, attraverso il racconto di un ebreo diventato aguzzino che crede di ritrovare una delle sue vittime.

Zandonai continuerà a proporre la migliore lettura serba anche nei prossimi mesi, sono già annunciati infatti nuovi romanzi di David Albahari, di Dragan Velikić, di Bora Cosić e una attesa raccolta di racconti inediti del premio nobel Ivo Andrić.