25 gennaio 2005

Promuovere politiche per la pace, il dialogo culturale e lo sviluppo sostenibile attraverso la cooperazione internazionale decentrata. Preparare i paesi al di là dell'Adriatico, e soprattutto gli enti locali, al prossimo ingresso in Europa. E' quello che sta facendo nei Balcani occidentali la Toscana con il programma Seenet, giunto dopo quasi un anno e mezzo al giro di boa e pronto ad entrare nella sua fase più operativa, che durerà un altro anno e mezzo

Di questo si è discusso lo scorso 24 e 25 gennaio a Sarajevo, la città dei minareti nella Bosnia Erzegovina, misurandosi su problemi concreti: come la gestione delle acque e dei rifiuti, il turismo, lo sviluppo rurale (in particolare la valorizzazione dei prodotti tipici) o l'aiuto alle PMI.

Il primo anno di attività è stato dedicato alla realizzazione di corsi di formazione a dipendenti e funzionari degli enti locali (su gestione di rifiuti, utilizzo dell'acqua, sviluppo rurale), all'analisi dei bisogni formativi e dei contesti locali, all'avvio di contatti fra le municipalità italiane e del Sud Est Europeo in merito a temi specifici come la creazione di percorsi turistici legati alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale, politiche e servizi alle piccole e medie imprese.
Nella seconda fase del programma (che durerà fino al 2006) è prevista, oltre alla prosecuzione dell'attività formativa, il finanziamento e la realizzazione di un progetto pilota scelto fra quelli che gli amministratori balcanici hanno consegnato ad una "banca delle idee"; il progetto sarà realizzato di concerto con le istituzioni toscane.

"L'importanza di questo progetto è data dalla presenza degli enti locali come protagonisti. E' la prima volta che la Toscana si muove come sistema. Il nuovo programma apre a tutti noi importanti spazi di collaborazione anche in vista anche dei fondi dei comunitari previsti dai Programmi 2007-2013. Stiamo in pratica ponendo le basi per poter esprimere al meglio un impegno comune verso l'Europa - ha sottolineato l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Tito Barbini, presente per la Regione Toscana al Sarajevo - ma fare dei governi locali il motore dello sviluppo locale, instaurare una rete in questa parte di mondo tra comuni e regioni fino a pochi anni fa divisi, significa anche porre le basi per riaprire i ponti per un dialogo".

La Regione Toscana è la capofila del programma Seenet: il comitato direttivo è presieduto dal presidente della Toscana Claudio Martini, il vice presidente è il presidente della Regione Istriana Ivan Jakovcic che ha riconosciuto nel progetto "Un'occasione importante per il futuro".

"Seenet - ha proseguito Barbini - non è solo un programma di cooperazione decentrata. E' qualcosa di più. E' un laboratorio importante. Un'iniziativa che fa dell'originale esperienza di sviluppo della Toscana un punto di partenza per avviare un processo di confronto che aiuti questi paesi nel processo di integrazione nell'Unione, in un'Europa che indirizza sempre di più la proprio politica verso un continuo processo di decentramento. Abbiamo portato la nostra esperienza. Potremo costruire insieme agli amici balcanici progetti comuni e coordinati".

L' ONG di Arezzo, Ucodep, coordina il progetto in collaborazione con Cospe, un'altra ONG toscana, commenta così i giorni di lavoro di Sarajevo, attraverso la voce di Roberto Barbieri curatore del Programma: "Dopo due anni di lavoro siamo pienamente soddisfatti dei risultati ottenuti; crediamo che la crescita degli enti locali del Sud Est Europeo sia un contributo fattivo allo sviluppo della democrazia e della partecipazione dei cittadini".
Folta è stata la presenza della Toscana nel Balcani: c'erano, infatti, rappresentanti della Regione, del Comune e della Provincia di Arezzo, del Comune di Montale e di Pontedera, del comune di Prato, Quarrata, Empoli e del circondario empolese e della Valdelsa, della provincia di Pisa. E ancora Irpet (l'istituto di programmazione economica della Toscana) e Cispel (l'associazione delle aziende di servizi pubblici degli enti locali toscani, acqua e rifiuti dunque); Slow Food e la Scuola superiore di Sant' Anna di Pisa, che sul progetto scriverà un libro.
Altrettanto nutrita la rappresentanza balcanica: ventuno fra municipalità, regioni e province coinvolte dalla Serbia e Montenegro al Kosovo, dalla Bosnia Erzegovina alla Croazia, dalla Macedonia, all'Albania.