8 settembre 2005

La pace si realizza costruendo ponti, facendo incontrare culture diverse ed aiutando i territori dove quei popoli vivono a crescere e l'iniziativa di domenica, quando quattro ponti sull'Arno diventeranno fisicamente ponti di pace, è solo l'ultimo di una serie di progetti ed eventi messi in campo in questi anni dalla Regione Toscana, per ribadire che pace, cultura della convivenza, lotta al terrorismo ed aiuti allo sviluppo sono facce di una stessa medaglia

Fonte: Regione Toscana
Una bandiera per la pace. Dal terrazzo di Palazzo Bastogi, sede della presidenza della giunta regionale toscana, sventola dal 2002 una bandiera con i colori dell'arcobaleno. L'impegno per la pace della Toscana inizia dai tempi di Giorgio La Pira e passa oggi attraverso numerose iniziative di cooperazione ed aiuto allo sviluppo. Un impegno che si è ancora più rafforzato dopo l'attentato alle Torri Gemelle di New York dell'11 settembre e le guerre che sono seguite.

La pace si costruisce con la riflessione e la discussione. Insieme al Comune e alla Provincia di Firenze, la Regione ha sostenuto una delle più grandi manifestazioni pacifiste d'Europa: quella del 9 novembre 2002 a conclusione del Social Forum europeo ospitato nel capoluogo toscano, dove dopo quattro giorni di dibattiti un milione di persone hanno sfilato pacificamente contro la guerra. Sulla globalizzazione dei diritti la Regione organizza inoltre dal 2001 ogni anno a luglio il meeting di San Rossore, per mettere a fuoco gli squilibri del mondo e far incontrare istituzioni e movimenti, e dal 1997 un altro meeting - ogni 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - rivolto ai ragazzi e pensato per sensibilizzare le giovani generazioni.

La cooperazione decentrata. La pace si costruisce naturalmente anche con il dialogo e la 'conoscenza dell'altro", facendo incontrare e convivere etnie, culture e religioni diverse. E la Regione finanzia dal 2000 Porto Franco, un progetto che ha permesso di censire un centinaio di centri per l'intercultura raccolti oggi in un'unica rete.

La cooperazione per la pace. La pace si costruisce infine attraverso gli aiuti allo sviluppo. E la Toscana è impegnata in molti programmi di cooperazione internazionale decentrata.

Oltre un terzo del mondo, 68 su 190 paesi membri dell'Onu, ha rapporti con la Toscana: intesa come Regione, Comuni e Province ma anche come scuole, università, ospedali, Asl ed associazioni. L'impegno della Regione per la cooperazione internazionale decentrata è passato da 1 milione e 22 mila euro nel 2001 a 2 milioni e 440 mila euro nel 2004. Nel 2005 sono stati stanziati 2 milioni e 600 mila euro. La Toscana coopera con 21 paesi dell'Africa sub sahariana, 16 dell'America Latina, 11 dell'Europa centro orientale, 6 dell'Europa sud orientale, 9 dell'Asia e 5 tra Mediterraneo e Medio Oriente.

La cooperazione decentrata è il modo scelto dalla Toscana per globalizzare i diritti e la qualità della vita, nel rispetto delle differenze culturali e con l'attenzione dovuta alla tutela dell'ambiente.

La cooperazione sanitaria. Forte, all'interno della cooperazione internazionale, è l'impegno sul fronte della cooperazione sanitaria: per il 2005 sono stati stanziati 2 milioni ed 800 mila euro che sommati a quelli della cooperazione decentrata fanno 5,4 milioni.

La responsabilità della salute è globale, spiega l'Organizzazione mondiale della sanità. La salute di tutti i popoli è condizione indispensabile alla pace e alla sicurezza del mondo. In Toscana c'è un'antica usanza a non chiudere gli occhi su quanto accade nel resto del pianeta.

La cooperazione sanitaria internazionale nasce nel 1995 a Scutari, con la crisi e la guerra nei vicini Balcani, e si allarga poi al Medio Oriente, l'America Latina, l'Afghanistan, l'Africa e l'Iraq. Una mano tesa per intervenire prima alla periferia dei conflitti ed accogliere, da quei paesi sfasciati, i bambini che lì non potevano essere curati, vittime non solo della guerra, e la formazione poi dei medici all'estero per far crescere nei paesi di origine i sistemi sanitari. Con la cooperazione scientifica che si è affiancata ultimamente alla cooperazione umanitaria.

Dal 2001 al 2004 sono 851 i bambini stranieri curati in Toscana, 400 mila l'anno sono gli euro versati dal 2003 dalla Regione Toscana per il progetto "Saving the Children", firmato a Firenze da Shimon Peres in persona e che fino alla fine dell'anno scorso ha permesso di curare oltre mille bambini palestinesi in ospedali israeliani. Qualcuno l'ha chiamata la "road map sanitaria", perché anche la medicina può servire alla pace e al dialogo tra i popoli.