28 marzo 2006

Si chiamano "Punti di Sviluppo Locale": in realtà sono veri e propri uffici di consulenza alle imprese che vogliano investire e internazionalizzarsi in Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia-Montenegro. La realizzazione di queste strutture, già operanti con personale italiano e locale, è lo scopo raggiunto dal Progetto Europeo "Lo.De."

Fonte: Regione Veneto
(Local Development), realizzato nell'ambito del Programma Interreg III Adriatico, che, con la Regione Veneto e Unioncamere Veneto a far da capofila, ha coinvolto, per parte italiana, le Camere di Commercio di Padova, Rovigo, Venezia, Ravenna e Chieti, il Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto, e le Unioncamere di Emilia Romagna e Molise. I partners aldilà dell'Adriatico sono la Camera dell'Economia di Croazia, le Camere dell'Economia di Fiume, Pola e Spalato, il Segretariato per la Cooperazione Regionale e Internazionale della Vojvodina, il Centro Relazioni Economiche serbo di Zrenjanin, la Camera di Commercio Italo-Bosniaca di Sarajevo e il Direttorato per lo Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese di Podgorica (Montenegro).

La "Conferenza Finale" di Lo.De., con la presentazione dei risultati raggiunti, si è tenuta oggi presso la sede di Unioncamere Veneto a Venezia, alla presenza, tra gli altri, dell'Assessore regionale alle Politiche Economiche, dell'Ambasciatore di Bosnia in Italia, Midat Haracic, del Viceministro della Vojvodina Barbara Avdalovic, dei rappresentanti dei Paesi e delle Regioni coinvolte che hanno operato e opereranno nei Punti di Sviluppo Locale. Le 7 strutture si trovano a Pola, Fiume e Spalato (Croazia), Novi Sad e Zrenjanin (Serbia), Podgorica (Montenegro) e Sarajevo (Bosnia), e nei primi mesi di attività hanno già assistito circa 300 Aziende delle Regioni partners del Progetto, per ora principalmente dei settori alimentare, meccanico e chimico.

Le loro funzioni sono quelle di fornire consulenza in loco per lo sviluppo dell'imprenditoria locale; informazioni e assistenza per permettere agli imprenditori dell'area adriatica italiana di valutare compiutamente le condizioni per avviare investimenti nei Paesi partners; dare servizi di prima assistenza alle imprese interessate ad allacciare rapporti commerciali; promuovere proposte di collaborazione economica tra le due sponde dell'Adriatico; individuare i settori produttivi di maggior interesse per avviare partnership; identificare e fornire consulenza sulle possibilità di partecipazione a progetti comunitari.

Una vera e propria "rete", che continuerà a lavorare anche dopo la conclusione del Progetto Lo.De. (maggio 2006), alla quale, è stato sottolineato oggi sia dall'Assessore all'Economia del Veneto sia dall'Ambasciatore Haracic, lavorano persone che possono essere considerate veri e propri ambasciatori delle rispettive economie, con funzioni però poco politiche e molto concrete: creare occasioni di affari e sviluppo economico tra due aree divise sì dall'Adriatico, ma considerate giustamente "confinanti" dall'Unione Europea. E proprio sulla prossima programmazione Europea 2007-2013 si è soffermato l'Assessore regionale all'Economia, riferendo che alcuni problemi sul tappeto in sede comunitaria si vanno risolvendo, e che i nuovi fondi potranno iniziare a circolare già dal 2007, contrariamente alle ipotesi più negative che davano come possibile uno slittamento al 2008.

In quest'ambito, particolare interesse avrà proprio l'attuale Interreg, che passerà dal rango di "Programma" a quello più elevato di "Fondo per la Cooperazione Transfrontaliera" e sarà quindi dotato di finanziamenti assai superiori a quelli del periodo 2000-2006, andando così almeno in parte ad equilibrare le diminuzioni che si prevedono (ma i conti devono essere ancora definiti in sede comunitaria e nazionale dei Paesi membri) rispetto a quanto messo in circolo in questi anni da Fondi Strutturali. Per quanto riguarda il Veneto, il "bilancio" dell'attività comunitaria 2000-2006 è particolarmente positivo: al 31 dicembre 2005, gli 11 "filoni" attivati hanno portato 2 miliardi 228 milioni 538 mila Euro di finanziamenti programmati, dei quali 2 miliardi 104 milioni 555 mila Euro già impegnati e 1 miliardo 382 milioni 536 mila Euro già pagati.