9 agosto 2006

Si è svolto a Bari lo scorso 19 luglio un workshop sulla valutazione di politiche e progetti riguardo le relazioni internazionali, dei territori, della società civile e delle economie sociali

Fonte: OICS
L'incontro è stato dedicato alla presentazione dei primi risultati di un progetto di ricerca del Nucleo di Valutazione e Verifica del Ministero Affari Esteri su " Analisi e criteri per la valutazione di politiche e progetti attinenti alle relazioni internazionali dei territori, della società civile e delle economie locali"

All'incontro, organizzato dalla Regione Puglia, MAE, Rete Nuvv di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici e moderato da Bernardo Notarangelo Responsabile del Settore Mediterraneo, è stata presente Silvia Godelli Assessore al Mediterraneo. Hanno partecipato Giulio Lamanda Coordinatore del Nucleo di Valutazione del MAE ed il gruppo di ricerca costituito da esponenti dell'Università Bocconi, della Scuola Superiore Sant'Anna e dell'ISPI Istituto di Studi Politica Internazionale. Obiettivo della ricerca: una riflessione ex-ante sui criteri di valutazione, di costruzione e di rafforzamento dei partenariati territoriali in vista dei Programmi Operativi 2007-2013.

Il lavoro dei ricercatori prende le mosse da un attento esame del contesto mediterraneo, il quale è caratterizzato, dice Franco Zallio dell'ISPI, da un'accelerazione della crescita economica e dal rafforzamento delle posizioni finanziarie degli Stati. Dati emersi dalla ricerca condotta dall'ISPI individuando indicatori quali: i flussi di Investimenti Diretti Esteri, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione, l'integrazione dell'economia internazionale alla luce dello status degli accordi commerciali tra i paesi mediterranei e UE, USA e altri partner della regione. Tali indicatori hanno permesso di cogliere il forte aumento degli investimenti e soprattutto l'importanza crescente di investitori quali i Paesi del Golfo. La questione dello sviluppo tecnologico viene presentata facendo riferimento alla modificata composizione settoriale di tali investimenti che riguardano sempre più telecomunicazioni e ICT. Anche la valutazione dello stato dell'integrazione economica tra Paesi mediterranei e partner europei sulla base degli accordi commerciali mostra la grande difformità dell'integrazione a livello sub-regionale e la maggiore profondità degli accordi della UE rispetto a quelli USA, anche se gli accordi di libero scambio conclusi con i paesi mediterranei dagli USA sono più ampi di quelli firmati dall'UE. Alla luce di tale quadro sorge la necessità per le Regioni italiane e per gli attori locali di valutare su quali asset si muove il processo di internazionalizzazione dei nostri territori. Gli asset infatti rappresentano e descrivono per un Paese il quadro generale delle predisposizioni-potenzialità al processo di internazionalizzazione territoriale. La loro analisi permette di comprendere la direzione nella quale si orientano i partenariati degli Enti locali italiani nei confronti dei partner mediterranei. Insieme all'elaborato presentato dall'ISPI sono state presentate le relazioni tecniche dei ricercatori sugli indicatori che misurano e rendono conto del sistema di asset economici-socioculturali-istituzionali.

Tale presentazione ha confermato quanto sia particolareggiato il quadro dei partenariati territoriali italiani e quanto sia frammentato il "sistema italiano" di internazionalizzazione. La questione ha suscitato tra i ricercatori e i discussant una importante riflessione che ruota attorno ai temi dell'esigenza di un coordinamento della Rete di network pubblico e delle Regioni italiane nelle strategie-logiche d'azione; alla sistematizzazione e aggiornamento dei dati sui partenariati e sulle iniziative in campo. Unanimità di vedute si è avuta sul ruolo dell'internazionalizzazione, intesa come uno strumento della cooperazione, ma anche come il risultato di un processo che fa leva sul capitale relazionale e sulla condivisione di un progetto comune che combini crescita, sviluppo e sostenibilità. Il tema invece di un quadro unitario nel quale inserire i singoli interventi locali ha evidenziato delle fratture tra i discussant. Un'unica logica d'azione impone indirizzi e linee strategiche comuni, spesso legate a politiche nazionali precise. Come conciliare ciò con l'attuale processo di decentramento politico-istituzionale e con il dato che questi processi sono tanto più forti quanto più si costruiscono dal basso coinvolgendo i soggetti locali? E inoltre, come riuscire ad incanalare le singole propensioni locali ed i particolari rapporti storico-culturali che fanno naturalmente protendere la Puglia verso l'Albania e la Sicilia verso la Tunisia? A dare una risposta a queste domande è stata Silvia Godelli. Il suo intervento ha fatto luce sulla fragilità del contesto mediterraneo, caratterizzato da scenari nei quali spesso le stesse diplomazie internazionali non sanno trovare risposta.

Oggi i soggetti locali e gli attori sub-statuali hanno più coscienza dell'importante ruolo dei processi d'internazionalizzazione nel costruire ambiti di cooperazione. A loro il compito di creare cornici e contesti nei quali indirizzare e accompagnare in un'ottica di sviluppo interventi che altrimenti sarebbero di selvaggia delocalizzazione. Pertanto vi è la necessità di una gestione ottimale ed efficace delle singole strutture regionali, di un coordinamento dei soggetti territoriali e della consapevolezza che i partenariati e l'internazionalizzazione sono uno strumento di quel cosviluppo che è l'unico in grado di prefigurare nuovi scenari di cooperazione tra Paesi-Regioni partner.