29 settembre 2006

Nei giorni scorsi si è svolto in Romania il primo seminario internazionale legato al progetto europeo "Networking for inclusion" al quale la Regione Emilia-Romagna partecipa, sia attivamente sia finanziariamente

Fonte: Regione Emilia-Romagna
Il progetto europeo "Networking for inclusion" - che vede come capofila l'ONG bolognese Gvc (Gruppo volontariato civile) - ha un costo complessivo di 300.000 euro. Oltre al contributo regionale può contare su un finanziamento di circa 240.000 euro della Commissione europea e sul sostegno della Provincia di Bologna e della Provincia e Comune di Ferrara.
Il progetto, coordinato dalla Regione, nasce all'interno del "Tavolo Paese Romania". Nei giorni scorsi a Focsani (Romania) si è svolto il primo seminario internazionale, che ha visto la presenza di Annamaria Dapporto, assessore regionale alla Promozione delle politiche sociali e di quelle educative per l'infanzia e adolescenza.

"Questo progetto - dice l'assessore Dapporto - contribuisce a migliorare la collaborazione tra enti pubblici e ONG in tema di tutela dei minori, troppo spesso vittime innocenti di disagi e violenze. L'Emilia-Romagna, insieme agli altri partner romeni, bulgari e danesi, si sta impegnando in un confronto e un ascolto reciproco, mettendo a disposizione le conoscenze e le buone prassi sperimentate sul proprio territorio. Il progetto - conclude l'assessore - avrà quindi una ricaduta positiva sull'assistenza e sull'inclusione dei minori più svantaggiati assistiti dalle ONG".

Numerosi i temi all'ordine del giorno del seminario internazionale: l'uscita dei minori dagli istituti e il loro affidamento a case-famiglia, le minoranze etniche e l'educazione alla prevenzione di stupefacenti. Nel corso della missione l?assessore Dapporto ha incontrato le autorità locali, il sindaco di Focsani, il presidente della Contea di Vrancea e i responsabili dei servizi sociali. Ha fatto inoltre visita all'associazione "Pentru Rom", che gestisce progetti a favore dei rom, all'istituto Casa Familiare di Panciu e all'istituto "Sfanta Maria" di Golesti che accoglie bambini disabili e sieropositivi.
Gli altri partner italiani del progetto sono il Comune di Mirandola, l'Università di Bologna, Educaid, Iscos Emilia-Romagna, Ial-Cisl, Ibo Italia, Agesci e Croce Blu Mirandola.