3 aprile 2008

Viaggiare secondo i criteri del turismo sostenibile e catalogare tutti i beni culturali censiti dalla Commissione per la protezione dei monumenti della Bosnia. Un'iniziativa di Legambiente e Università di Ferrara

Fonte: Legambiente e Università di Ferrara

Prevista per fine aprile l'avvio dell'edizione 2008 di un'azione di turismo culturale in Bosnia Erzegovina, promossa da Legambiente Friuli-Venezia Giulia e dai docenti Moreno Baccichet e Mario Casari dell'Università di Ferrara, nell'ambito del Corso di Laurea in Turismo Culturale.

La riscoperta del valore della tutela del territorio, dei paesaggi e della cultura, delle tradizioni e della storia dei popoli, si sposa con la necessità ormai riconosciuta in tutta l'Europa, di avere occasioni, strutture e luoghi, nei quali la qualità ambientale viene sempre più largamente percepita come un plus per migliorare la vacanza e tutelare l'ambiente adottando comportamenti responsabili. Nella convinzione che il coinvolgimento volontario e consapevole degli operatori locali e dei loro ospiti sia l'unica soluzione efficace nel tempo, Legambiente ha posto la propria esperienza di associazione ambientalista al servizio di nuove e concrete iniziative di turismo sostenibile.

L'obbiettivo del progetto di turismo sostenibile nell'area dei Balcani di Legambiente è di far conoscere la Bosnia Erzegovina, riducendo gli impatti ambientali del turismo, per migliorare, preservare e valorizzare il patrimonio naturale e culturale unico al mondo. Anche con la realizzazione di un sito con informazioni precise sui principali beni culturali della Bosnia costruendo delle schede per località e monumento.

Nel 2003 si è così realizzata la prima iniziativa della campagna di "Salvalarte" fuori dai confini italiani, per dimostrare la necessità di giocare a tutto campo le carte del patrimonio culturale come elemento di unificazione e di identità della nuova Europa. Si è allora deciso di andare in un luogo importante da un punto di vista simbolico: la regione serba della Voivodina. Lì il Danubio per secoli è stato un confine culturale di straordinaria forza.

Nel 2004 si è replicata l'iniziativa promuovendo un'azione di turismo sostenibile nella cittadina bosniaca di Bihac, area importante più dal punto di vista ambientale che sul fronte delle testimonianze artistiche del passato. Nel 2005 si è poi organizzato un viaggio di studio nel settore centrale della Bosnia Erzegovina e un soggiorno a Sarajevo. L'obiettivo, ancora una volta, era quello di saggiare gli effetti della politica culturale della Bosnia dopo la legge del 2002 e il restauro dei principali monumenti artistici del paese, diviso territorialmente in due entità. Il viaggio ha permesso di approntare la base programmatica di un progetto per lo sviluppo del turismo culturale e sostenibile nei Balcani. L'anno scorso il viaggio si è spostato in Slovenia nel tentativo di ricostruire un tratto dell'itinerario che collegava l'Europa ai Balcani: quello del fiume Krka, che corrisponde a una valle poco incisa che per secoli fu la principale via di collegamento tra la grande pianura Pannonica, attraverso la Slavonia e Zagabria, e l'ambito Lubianese e quindi l'Italia.

Per il 2008, dal 30 aprile al 5 maggio, è prevista dunque una nuova azione di turismo culturale in Bosnia nel tentativo di completare la ricerca iniziata nel 2005. Nell'ambito dell'insegnamento delle discipline geografiche e storiche dei Corsi di Laurea in Operatore Turismo Culturale e Laurea Specialistica in Progettazione e Gestione di Eventi e Percorsi Culturali dell'Università di Ferrara, è stata organizzata un'escursione didattica che ha come obiettivo l'esplorazione dello stato del patrimonio culturale nell'area nord occidentale della Bosnia Erzegovina, esattamente a Bihac.

L'intenzione è quella di visitare e catalogare tutti i beni culturali censiti dalla Commissione per la protezione dei monumenti per poi schedarli e inserirli nel sito sul turismo in Bosnia Erzegovina. Sarà quindi un viaggio di studio teso a raccogliere materiale, a creare contatti con enti ed associazioni, utile per verificare, su un settore piccolo ed estraneo al turismo di massa, la possibilità di innestare nuovi flussi virtuosi. Il gruppo di lavoro, una sorta di "laboratorio nomade" sarà composto da dodici persone scelte tra i volontari di Legambiente del Friuli-Venezia Giulia, mentre sei (due docenti e quattro studenti) saranno espressione dell'Università di Ferrara.

Durante il viaggio avverranno incontri con rappresentanti delle istituzioni, associazioni che - come Legambiente - si battono per la difesa dell'ambiente naturale e culturale e la difesa dei luoghi. Il viaggio permetterà inoltre di ragionare sull'ipotesi di applicazione di modelli progettuali per il recupero dei luoghi che hanno un certo successo nel resto d'Europa: ecomusei, parchi archeologici, parchi letterari, ecc.

Si veda il programma dettagliato del viaggio nella sezione "viaggi e campi di lavoro" di Osservatorio sui Balcani.