6 giugno 2006

I giudici della Corte costituzionale hanno dichiarato parzialmente incostituzionale la legge sulla solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento, approvata nel marzo dello scorso anno e mai diventata esecutiva proprio a causa del ricorso

Fonte: Trentino Cooperazione
Ad impugnare la legge era stato il governo di Silvio Berlusconi. Motivo? Secondo il Consiglio dei ministri la norma prevedeva interventi in materia di politica estera, che sono invece competenza esclusiva dello Stato. «Il governo aveva bocciato tutta la legge, la Consulta contesta solo alcuni articoli», ha commentato Iva Berasi, assessore alla solidarietà internazionale.

La legge era stata impugnata subito dopo l'approvazione, nel marzo del 2005. La Presidenza del Consiglio dei ministri si era rivolta alla Corte costituzionale contestando alla legge di introdurre una disciplina attitente ad una materia appartenente alla competenza esclusiva dello Stato. La Corte costituzionale ha parzialmente accolto la contestazione. "L'articolo 117, secondo comma, lettera a) della Costituzione - ha sentenziato la Consulta - nel delineare la competenza legislativa spettante in via esclusiva allo Stato, sottolinea una dicotomia concettuale tra "rapporti internazionali" da un lato e "politica estera", dall'altro».

La politica estera costituisce «una componente peculiare e tipica dell'attività dello Stato; essa ha un significato al contempo diverso e specifico rispetto ai rapporti internazionali». Mentre questi ultimi, ha chiarito ancora la Corte motivando la sentenza, «sono astrattamente riferibili a singole relazioni, dodate di elementi di estraneità rispetto al nostro ordinamento, la «politica estera» concerne l'attività internazionale dello Stato unitariamente considerata in rapporto alle sue finalità ed al suo indirizzo».

E le attività di cooperazione internazionale disciplinate dalla legge della provincia autonoma di Trento «sono desintate ad incidere nella politica estera nazionale; perciò contrasta con il riparto di competenze legislative delineato nel Titolo V della Costituzione». Iva Berasi, assessore alla solidarietà internazionale, si è detta per nulla preoccupata della sentenza della Consulta: «La contestazione non riguarda l'impianto della legge - ha commentato - ma solamente gli articoli 3,4,5 e 7, due dei quali (il terzo e il quinto) possono essere eliminati in modo indolore». «Nell'articolo 1 della legge sulla solidarietà internazionale - prosegue l'assessore provinciale - venivano salvaguardate le prerogative dello Stato, ma evidentemente questo non è stato reputato sufficiente dalla Consulta». Come ovviare al problema senza toccare la sostanza della norma? «Dovremo riscrivere gli articoli 4 e 7 riaffermando il principio che la politica estera è prerogativa dello Stato».

In soldoni, ha chiarito Iva Berasi, questo significherà determinare gli interventi di solidarietà internazionale con lo Stato, evitando che questi in qualche maniera possano risultare in contrasto con la politica estera del governo italiano. A creare problemi di rapporti con lo Stato sono soprattutto gli interventi diretti da parte della Provincia di Trento, ovvero il finanziamento di progetti direttamente nei paesi in via di sviluppo, «ma che passano comunque - ha specificato Iva Berasi - attraverso associazioni del posto». Secondo l'assessore provinciale ad autunno il nuovo testo della legge potrebbe essere sottoposto all'approvazione dell'aula e diventare quindi esecutivo.

Nel frattempo per operare nel settore della solidarietà internazionale si continuerà ad attingere alle vecchie norme contenute nella legge 10 del 1988. La provincia di Trento a questo settore destina ogni anno lo 0,25 per cento del bilancio pubblico, pari a circa dieci milioni di euro. Una cifra sostanziosa dalla quale attingono le numerosissime associazione che in Trentino si occupano di interventi nei paesi in via di sviluppo.