18 dicembre 2007

Il gruppo ravennate 'Ponte Radio' è fautore di un particolare progetto di intergrazione fra pedagogia e teatro che unisce le due sponde dell'Adriatico. Coinvolti i territori di Tuzla e Ravenna

Fonte: Del Teatro e Ponte Radio

Si chiamano Ponte Radio, e sono un giovane ensamble che ha deciso di lavorare - con gli strumenti della pedagogia, del teatro e della musica - per creare un fantastico ponte tra le due rive del Mar Adriatico. Da Alfonsine, piccolo centro del Ravennate, a Tuzla in Bosnia-Erzegovina: Ponte Radio è un progetto "realizzato" di incontro e gioco collettivo tra bambini delle scuole elementari. Un progetto che ha visto il sostegno, tra i tanti, di: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna. Comune di Alfonsine, Comune di Ravenna, Comune di Tuzla, le scuole italiana e bosniaca coinvolte, ecc.

Il gruppo viene fondato nel 2006 da Alessandro Taddei ed Enrico Caravita, cui si sono aggiunti quest'anno, Valentina Venturi (light-designer), Edis Livnjak (musicista-attore) e Luca Gambi (fotografo e video-maker): insieme hanno iniziato a lavorare prima nella cittadina romagnola, poi in Bosnia, continuando un percorso creativo che aveva come filo rosso la favola di Alice nel paese delle Meraviglie. Ma nel piccolo centro balcanico duramente colpito dalla guerra, di meraviglie ce ne sono ben poche: eppure i bambini, con il loro entusiasmo e il loro stupore, possiedono la chiave magica creata da Carroll per la sua eroina, quella chiave che consente di oltrepassare lo specchio, di cambiare la realtà, di sognare mondi fantastici.

Lo spettacolo-esito del laboratorio, "Sul confine attraverso lo specchio" ("Na granici, kroz ogledalo") è stato così messo in scena dai bambini delle scuole elementari di Alfonsine (Matteotti-Rodari) e Tuzla (Novi Grad), debuttando con la prima parte a dicembre 2006 al Teatro Monti di Alfonsine, successivamente replicata al Teatro Rasi di Ravenna. Il gruppo Ponte Radio, poi, da gennaio ad aprile 2007, si è trasferito in Bosnia, precisamente a Tuzla per costruire la seconda parte del lavoro, che ha debuttato il 5 di Aprile 2007 al BKC (Teatro di Tuzla), con grande successo di pubblico e di critica.

Lo scorso 31 ottobre ha debuttato al Mess Festival di Sarajevo e vedeva insieme un gruppo di cinquanta tra bambini e bambine italiani e bosniaci. Tra il pubblico e in scena si mescolavano lingue diverse, ma i sorrisi, le emozioni, gli entusiasmi erano gli stessi.

Difficile, in questi casi, valutare "criticamente" un evento che affonda le proprie radici in un'istanza decisamente pedagogica, legata semplicemente all'incontro tra comunità: basti dire che il gioco scenico vede il pubblico seduto al centro di uno spazio comune, alla destra un piccolo gruppo introduce alle suggestioni di Alice, poi, dal lato opposto, dietro un velo-sipario trasparente, altri due gruppi di bambini e bambine, vestiti in bianco o nero, intessono trame gestuali, di gioco o di danza.

Alla musica dal vivo, creata ed eseguita dagli stessi ragazzi, con proiezioni di disegni che esemplificano alcune parole-chiave (come paura, tempo, violenza...) le azioni si susseguono tra mescolamenti e geometrie variabili, esplodendo in partitelle di calcio o in piccole coreografie.

L'esito, seppure ingenuo dal punto di vista "teatrale", è senza dubbio commovente. Evidentemente il percorso del Teatro delle Albe e del suo fondatore, il regista emiliano-romagnolo Marco Martinelli, sta dando frutti anche indiretti: da che il regista di Ravenna ha realizzato progetti importanti - come "I Polacchi" o "Baldus" con gli adolescenti della città adriatica, e poi il significativo percorso di Arrevuoto a Scampia -, sembra che la nuova "ondata" pedagogica sia contagiosa. Prova ne è, allora, proprio Ponte Radio, che sarà al Festival Nobodaddy, creato da Martinelli, il prossimo marzo a Ravenna. E sarà bello vedere un autobus carico di bambini, genitori, insegnanti, partire da Tuzla per arrivare in Romagna. Ma anche Sarajevo e poi Palestina, Turchia, Libano...

A Sarajevo infatti, a fine dicembre, si terrà il concerto-teatrale "Hotel Evropa" ideato sulle seguenti domande: Abitare una camera che cos'e'? Abitare un luogo vuol dire impossessarsene? Che cosa significa impossessarsi di un luogo? A partire da quando un luogo diventa veramente nostro?

Uno spettacolo che parte da queste domande e dalla facciata scalcinata di un hotel distrutto di Sarajevo, appunto Hotel Evropa, per rappresentare un'Europa metafora di un continente anch'esso scalcinato, dove gli stati d'animo si riempiono e si svuotano, si distraggono e poi muoiono così come le stanze che non conoscono nazionalità e non ricordano facce. Un continente pieno di stanze, senza memoria che conservano solo un odore, un profumo, una sigaretta spenta. Stanze senza confini che mescolano suoni di diverse culture, distruggono una partitura per poi ricostruirla, attraverso un linguaggio che fonde strumenti musicali, luce e parola. Il resto, quello che pesa e si racconta è semplicemente la storia di un viaggio.

Per ulteriori informazioni su Ponte Radio e sugli spettacoli:
Enrico Caravita
e-mail:enrico.caravita@libero.it
Alessandro Taddei:sirm@libero.it
web: www.ponteradio.org