10 maggio 2011

L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha reso pubblici i dati DAC 2010 sugli aiuti allo sviluppo. Tra i principali paesi donatori nel 2010 vi sono Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Giappone. L’aiuto dei paesi Ue è salito del 6,7%, ma l'apporto finanziario dell'Italia è calato portando il Paese in coda alla classifica europea

Fonte: Unimondo

Elaborazione di Osservatorio Balcani e Caucaso

Nonostante la crisi economica, gli “aiuti pubblici allo sviluppo” (APS/ODA) destinati alla lotta contro la povertà dei paesi del Sud del mondo hanno raggiunto nel 2010 la cifra record di 128,7 miliardi di dollari con un incremento del 6,5% rispetto al 2009. Lo riporta l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE ) che nel mese di aprile ha reso noti i dati del Development Assistance Committee (DAC). Si tratta del più alto livello reale di aiuti ufficiali di sempre che superano anche la cifra stanziata nel 2005 che includeva un’ampia – e per diversi aspetti controversa – parte di riduzione del debito inclusa nel totale dei contributi stanziati.

“Nell’anno in cui l’OCSE e il DAC celebrano il 50° anniversario questo risultato mostra il costante impegno a favore dello sviluppo e della cooperazione allo sviluppo, principi fondamentali per la missione della OCSE sin dal suo inizio"” - ha commentato il segretario generale dell'OCSE, Angel Gurria. “E’ con questo spirito positivo che vorrei incoraggiare i donatori a compiere ogni sforzo per rispettare gli obiettivi di Gleneagles e lavorare verso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio ”. Il tema sarà al centro della riunione del Consiglio ministeriale dell’OCSE che si terrà in maggio (ndr: la riunione si è tenuta il 2 e 3 maggio a Parigi ed è stata dedicata al tema "Per un futuro più giusto: il ruolo della politica sociale").

Nel 2010 i principali paesi donatori sono stati nell’ordine Stati Uniti (30,2 miliardi di dollari), Regno Unito, Francia, Germania e Giappone. I paesi dell’UE membri del DAC hanno fornito un totale di 70,2 miliardi di dollari, pari al 54% del totale dei aiuti pubblici forniti dal DAC. Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia – con quote pari o superiori allo 0,7% del proprio Pil – hanno continuato a superare l’obiettivo stabilito delle Nazioni Unite riguardo alla percentuale sul Pil da stanziare agli aiuti pubblici (APS). I maggiori incrementi in termini reali nello stanziamento di aiuti pubblici tra il 2009 e il 2010 sono stati registrati da Australia, Belgio, Canada, Giappone, Corea, Portogallo e Regno Unito. L’aiuto bilaterale all’Africa è stato di 29,3 miliardi di dollari, di cui 26,5 miliardi sono stati destinati ai paesi dell’Africa sub-sahariana.

Nonostante l’incremento generale di aiuti ai paesi poveri e il record storico, l’Unione Europea ha mancato gli obiettivi che si era prefissata per il 2010 – sottolinea un comunicato della rete di Ong europee CONCORD che da anni tiene monitorati i dati degli aiuti pubblici allo sviluppo. “L’annuncio odierno mostra una deludente mancanza di progresso da parte degli stati membri dell’Unione” – ha commentato per la rete Thomas Johnny. “I recenti eventi in Medio Oriente e Nord Africa mostrano chiaramente la necessità per i governi dell'Ue di investire nella lotta alla povertà a lungo termine e contro l’ingiustizia invece di versare il denaro dei contribuenti nelle situazioni di emergenza di breve termine”.

I dati forniti dall’OCSE mostrano che Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito hanno tutti raggiunto gli obiettivi che si erano prefissati per il 2010, mentre le mancanze di alcune delle principali economie europee (Francia, Germania e Italia) hanno fatto sì che l’Unione nel suo insieme non raggiungesse gli obiettivi prefissati.

Una mancanza di cui soprattutto l’Italia è gravemente responsabile. Come lo scorso anno l’Italia resta maglia nera nell'OCSE (la Corea del Sud è membro effettivo del DAC solo dal gennaio 2010) e l’aiuto italiano è sceso in un anno dallo 0,16% allo 0,15% del Pil, con una contrazione in termini reali rispetto al 2009 del 1,5%, ma addirittura del 35% rispetto al 2008 – segnalano le associazioni di Link2007, Cini e Associazione Ong italiane in un comunicato emesso nei giorni scorsi.

“Non solo l’Italia continua a mettere all’ultimo posto delle proprie scelte di bilancio l’aiuto pubblico allo sviluppo, ma questa scelta sta provocando l’allontanamento di tutta l’Unione Europea dagli obiettivi continentali” - commentano le Ong italiane. “Mentre l’aiuto UE sale del 6,7%, infatti, l’Italia si conferma fanalino di coda dei paesi dell’Unione, addirittura dopo la Grecia che, invece, nonostante le difficoltà di bilancio continua a destinare lo 0,17% de Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo. L’aiuto pubblico del nostro Paese in termini assoluti è pari a quello del Belgio e della Danimarca”.

Le Ong fanno notare che “nonostante la crisi economica pochi sono i paesi dell’OCSE che hanno tagliato gli aiuti. Non il Portogallo e neppure gli Stati Uniti, che invece hanno aumentato gli stanziamenti rispettivamente del 31,5% e del 3,5%”. I paesi che hanno ridotto l’aiuto oltre l’Italia sono stati la Grecia, l’Irlanda e la Spagna, ma, a parte la Grecia, gli altri due Paesi destinano rispettivamente lo 0,53% e lo 0,43% del loro Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo.

“L’Italia è dunque il principale responsabile dell’affondamento della credibilità europea per la cooperazione allo sviluppo, nonostante gli sforzi di quei paesi Ue che hanno incrementato la quota di aiuti e di quelli che, nonostante la crisi economica, hanno mantenuto i livelli degli anni precedenti” – sottolineano le associazioni. “Rispetto a quanto l’Italia si era impegnata a fare a livello europeo nel 2005, infatti, mancano attualmente all’appello 5,4 miliardi di euro: il nostro Paese è responsabile del 43% dell’ammanco europeo rispetto all’obiettivo collettivo e contribuisce al mancato rispetto delle promesse del G8 di Gleneagles del 2005 per il 43%.