28 febbraio 2008

Presentato lo statuto dell'associazione che darà il via alle attività di un centro di formazione, aggiornamento e ricerca, rivolto a tutti i soggetti attivi nel settore della solidarietà internazionale

Fonte: Provincia autonoma di Trento

Nasce in Trentino, per iniziativa di Provincia autonoma di Trento, Fondazione Opera campana dei caduti di Rovereto, Federazione trentina della cooperazione, Università di Trento e Ocse il "Centro per la formazione alla solidarietà internazionale", destinato a diventare un punto di riferimento per tutte le realtà - anche al di fuori dei confini provinciali - che operano nel mondo della cooperazione allo sviluppo e della promozione della pace e dei diritti umani. Lo scorso 20 febbraio il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai e l'assessore alla solidarietà internazionale, Iva Berasi hanno presentato lo Statuto dell'associazione.

Il Centro opererà nel palazzo ex-Agostiniani di Trento, dove ha già la sua sede anche l'Ocse. Ora verrà costituita un'associazione che avrà il compito di gestire tutte le iniziative che faranno capo a questa nuova realtà formativa. La missione del Centro, che valorizza il grande patrimonio di idealità ma anche di esperienze concrete accumulate in questi anni in Trentino grazie ai moltissimi progetti realizzati in Africa, Asia, America Latina e Europa orientale, è duplice: da un lato esso coordinerà le attività già esistenti in Trentino, poste in essere da una molteplicità di soggetti, favorendo le sinergie e le collaborazioni fra i diversi attori interessati, dall'altro fungerà da "motore" per accrescere e innovare l'offerta formativa in questo campo. Il Centro svolgerà inoltre attività di ricerca nei settori più avanzati e strategici della solidarietà internazionale.

."In Trentino abbiamo la fortuna di disporre di un grande patrimonio di esperienze, idee ed energie nel settore della solidarietà internazionale - ha detto il presidente Dellai - e il nostro obiettivo è quello di metterlo in rete, di condividerlo. Ma siamo anche chiamati ad alimentare un processo di formazione e aggiornamento continuo, ed è qui soprattutto che la realtà consortile che stiamo creando andrà ad incidere. Il nuovo Centro ha uno Statuto molto sobrio. L'obiettivo è: struttura minima, impatto massimo."

A queste parole ha fatto eco l'assessore Berasi che ha ricordato come il processo che ha portato alla nascita del Centro sia stato piuttosto lungo, considerato che erano diversi i soggetti coinvolti. Il risultato però è di quelli che "pesano": "Stanno già arrivando richieste relative a 'pacchetti formativi' anche dall'estero - ha detto l'assessore Berasi - ad esempio da alcuni paesi africani interessati al nostro sistema cooperativo e al suo ruolo nello sviluppo territoriale."

Gli ambiti privilegiati delle attività di formazione previsti dallo Statuto del Centro sono in brevissima sintesi i seguenti: solidarietà internazionale basata sul parternariato territoriale, educazione alla multiculturalità, sviluppo locale, scienza e tecnologia per lo sviluppo umano sostenibile, evoluzione del conflitto e costruzione della pace. Le attività svolte dal Centro comprenderanno corsi residenziali, corsi di formazione continua e ricorrente, viaggi studio, campi-scuola e tirocini, sviluppo di curricula di livello universitario, ricerca, consulenza, incontri pubblici, comunicazione e banche dati, borse di studio.

I destinatari saranno soprattutto volontari e cooperanti, rappresentanti delle istituzioni pubbliche e della politica, il mondo della formazione e della scuola, dell'università e della ricerca, esponenti dell'economia, dell'informazione e delle professioni (con particolare riguardo a persone provenienti da paesi impoveriti e in situazioni di conflitto).

La consapevolezza che sta a monte di questa iniziativa è facilmente intuibile: la solidarietà non è solo una questione di buone intenzioni, né è solo una questione di risorse. Sempre più spesso si richiedono ai volontari e ai cooperanti, così come alle associazioni di riferimento e alle stesse istituzioni pubbliche, competenze specifiche (tecniche ma anche politologiche, giuridiche, economiche, antropologiche e così via), conoscenza delle diverse realtà in cui va ad operare, capacità di analisi e di confronto e quant'altro. La formazione diventa quindi, al di là dell'esperienza sul campo, un momento imprescindibile, se si vuole operare con cognizione di causa in contesti difficili quali quelli dei paesi in via di sviluppo così come dei paesi in guerra e/o colpiti da calamità naturali.